Dopo i Murcof ecco per le mani un altro disco a dir poco incantevole datato 2001 ma ancora attuale e "avanti" per concezione: un mix di composizioni classiche, ritmi ipnotici quasi in loop, contaminazioni elettroniche e chi più ne ha più ne metta.
Susumu Yokota, da oltre dieci anni ci delizia con lavori che passano dall' avanguardia alla musica più commerciale (termine, in questo caso, da impiegare con le dovute cautele) e mai come in questo lavoro l'equilibrio è mantenuto e ben proporzionato. Un disco piacevole influenzato da mille correnti e generi che vanno da Morricone ai Cocteau Twins passando per Sakamoto e compagnia bella. Un lavoro impegnativo ma assolutamente godibile, fatto di citazioni e provocazioni, dove l'avanguardia classica ed esotica di stampo tecnologico si fonde alla cultura del sampling più estremo, ricordando i maestri Philip Glass e Steve Reich.
Con questa opera (e con l'ultima "Symbol" di quest'anno che dicono essere un vero capolavoro) il gran cerimoniere Yokota ha firmato un capolavoro di gran classe, leggerezza ed estrema eleganza che ci cattura ascolto dopo ascolto, trasportandoci in punta di piedi in terre ipnotiche e orientaleggianti. Per palati fini e orecchie sottili.
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