Le edizioni "Deluxe", realizzate per celebrare discograficamente l'anniversario dei 250 anni che ci separano dalla nascita di Wolfgang Amadeus, si sono succedute a bizzeffe nei primi mesi dell'anno.
Particolarmente significative mi sembrano quelle della label Harmonia Mundi: veste grafica strepitosa, confezione a forma di libretto ricco di informazioni e splendide litografie, qualità di registrazione immacolata. Quando poi racchiudono due composizioni di tal fatta, eseguite splendidamente, si capirà che ci troviamo di fronte ad un cd davvero imperdibile.
Il quintetto per clarinetto ed archi ed il trio per pianoforte, viola e clarinetto sono due opere che appartengono all' ultimo periodo di Mozart, ma in esse non si trova alcun presagio della fine imminente: piuttosto uno sguardo sereno sul mondo, appena velato qua e là da leggere punte di malinconia. A cominciare dall'"Allegro" iniziale del quintetto in questione: i due violini, la viola ed il violoncello scolpiscono un tema chiaro come acqua di fonte, e la voce del clarinetto emerge da esso in modo assolutamente naturale, quasi come il dischiudersi dei petali di una margherita: e quando dal suddetto tema si sviluppa una melodia nella quale lo strumento a fiato si produce in inflessioni quasi orientaleggianti, bè, l'udito è già ricolmo di piacere. E siamo solo al primo tempo della composizione... il secondo, un "Larghetto" evanescente ed impalpabile, sembra costituito della stessa materia di cui sono fatti i sogni: il suono soffice e vellutato che fuoriesce dalle ance sembra provenire da una lontana regione del nostro inconscio. Ed al risveglio ci si può beare con il "Minuetto" e l'"Allegretto con variazioni" finali, tutti giocati sul filo di un dialogo serrato tra il clarinetto e gli archi, con i secondi ad intrecciare gradevolissime melodie compiute a mò di quartetto ed il primo a ricamare note preziose con totale maestria. Il trio "dei birilli" (così chiamato perchè sembra che la sua prima esecuzione fosse avvenuta in una casa viennese dove si svolgessero parecchi giochi di società, uno dei più apprezzati dei quali si effettuasse proprio con i simpatici oggetti che oggi si trovano al bowling) è sicuramente una composizione dal carattere più raccolto ed intimista, senza gli slanci che caratterizzano la precedente. Nondimeno, l'"Andante" iniziale avvince completamente l'ascoltatore proprio per il senso di calma e serenità quasi olimpica che riesce a trasmettere, una calma e serenità che nel "Minuetto" succcessivo acquistano quasi un carattere solenne, prima di stemperarsi nella dolcissima atmosfera del "Rondeaux" finale. La caratteristica saliente della composizione in questione è proprio il senso di fusione magnifico che si verifica tra pianoforte, viola e clarinetto, impegnati ora ad esporre fluenti melodie, ora a sostenere ritmicamente i loro compagni di strada.
Ed in conclusione è giusto accennare ad uno di essi: il superlativo fiatista Michel Portal, che qui si cimenta con uno dei maggiori compositori della storia, altrove con la scrittura di Astor Piazzolla, quando non si concede col suo gruppo incursioni nel jazz informale, a dimostrazione che tra la grande Musica non ci sono steccati nè confini.
Per la nostra gioia di ascoltatori.
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