Negli ultimi 15 anni i Red Hot Chili Peppers hanno pubblicato solo 4 album: nel 1991 il capolavoro funk/crossover "Blood Sugar Sex Magik", nel 1995 (con Navarro al posto di Frusciante) il rock/metal di "One Hot Minute", nel 2002 l'indimenticabile (in senso negativo) "By The Way". Tra gli ultimi 2 c'è questo "Californication" (in cui ritorna Frusciante), un album interlocutorio tra l'underground di "BSSSM" e "OHM" e lo sputtanamento di "BTW". Infatti in questo album ci sono ancora degni spunti dei veri Red Hot, ma sono già presenti alcuni episodi molto "catchy".
Neanche il tempo di inizire e il grande Flea ci appioppa senza preavviso il primo assolo di basso, seguito da un urlo liberatorio di Anthony e dalla chitarra di John Frusciante e la batteria di Chad. "Around the World" sembra uscita direttamente da un vecchio album, grazie al lavoro di tutti e 4 i ragazzi. Un grande brano in pieno stile funk. Segue "Parallele Universe" con le strofe abbastanza calme e i ritornelli molto potenti dominati dalle chitarre. Però, mica male! E in effetti non poteva continuare così perchè arriva l'orrida "Scar Tissue". Ormai mi viene la nausea per quante volte l'ho sentita, meglio non commentare. "Otherside" continua sulla falsa riga della precedente, ma leggermente più cupa; salverei solo il finale. "Get on Top" è un altro brano funk che tenta di imitare "Around the World" senza riuscirci, veramente brutta. E si arriva così alla title-track, che non è niente male; passa con fluidità dalle strofe, in cui il canto di Anthony è molto espressivo e la sezione ritmica dona un'atmosfera rilassata, al chorus molto coinvolgente, ai soli di John. Segue "Easily", un rock-funk abbastanza ritmato con Anthony e John in evidenza a cui segue la ninna nanna "Porcelin".
Non male, sembra che ci siamo ripresi, ma purtroppo non è così. "Emit Remmus" e "I Like Dirt" sono utili come il terzo portiere ai mondiali; al contrario la traccia 11, la semi-ballata "This Velvet Glove", è molto evocativa con una chitarra acustica in sottofondo nelle strofe e un ritornello in cui il basso e la chitarra con la batteria creano la base ideale per il cantato di Anthony, molto espressivo. Segue la bellissima "Savior", con una parte iniziale molto cadenzata a cui ne segue un'altra in cui Anthony con la sua solita stupenda voce e John col suo falsetto si rincorrono su un sottofondo di campanelli, seguiti da un altro bellissimo assolo di John. In chiusura di album troviamo la funkeggiante "Purple Stain", l'inutile "Right on Time" e la tristissima "Road Trippin'" suonata senza batteria, ma con chitarre acustiche e un organo.
Non ho voluto parlare dei testi, privi della tipica goliardia a cui i Peppers ci avevano abituato. Californication è dunque un album che contiene alcune ottime canzoni (Around the World, Californication, Savior, Road Trippin') a cui però si alternano composizioni che fanno venire la nostalgia dei tempi andati.
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