Li conoscevo solo di fama, e fino a qualche tempo fa mai avrei pensato che potessero interessarmi. Poi, quasi per caso, mi è capitato di ascoltare una loro canzone, tale "Bad Day": un bel pezzo rock molto orecchiabile, con un riff e un ritornello davvero travolgenti. Questa grande canzone ha fatto scoccare in me la scintilla della curiosità, divampata poi in incendio dopo aver avuto modo di ascoltare e apprezzare anche "Losing My Religion", "Leaving New York" o "Supernatural Superserious". Decisi così di comprare un disco di questi famigerati R.E.M, e, indeciso tra "Around The Sun" (per il prezzo stracciato) e "Monster" (per la copertina stupenda) optai per la via più razionale, ovvero questo best of: 18 canzoni, in rappresentanza di otto album diversi, con in più "Bad Day" come notevole valore aggiunto, un DVD incluso e un prezzo comunque abbordabile.

Mi ci è voluto un po' di tempo per metabolizzarlo tutto e comprendere bene il valore di alcune canzoni, ma alla fine il mio verdetto è più che positivo: ho scoperto una grande band, capace di scrivere bei testi e canzoni molto semplici con uno stile rock molto melodico e una spiccata predilezione per le ballate, che costituiscono la maggioranza dai brani inclusi in questo best of: Naturalmente è stata inserita la tormentata "Losing My Religion", lo spartiacque della loro carriera, che colpisce per quell'inconfondibile arpeggio di mandolino e per il bellissimo video che ne fu girato, così come ben 4 canzoni tratte da "Automatic For The People", album del 1992 considerato da molti il loro più grande capolavoro (dopo aver sentito questi pezzi non stento assolutamente a crederlo e ho già programmato l'acquisto di tale album). Si tratta della visionaria "Man On The Moon", della dolcissima "Nightswimming", di "The Sidewinder Sleeps Tonite", dal caratteristico mood allegro e un po' ubriaco e di "Everybody Hurts", bella da mozzare il fiato. Da "New Adventures In Hi-Fi" del 1996, altro album considerato tra la loro massime espressioni, provengono invece "E-Bow The Letter", una bellissima canzone lenta, molto onirica e quasi parlata, in duetto con Patti Smith e la più tradizionale ma ugualmente emozionante e ben riuscita "Electrolite". Di eccellente fattura anche la coppia di estratti da "Reveal" del 2001, ovvero "Imitation Of Life", che è sicuramente una delle canzoni che mi hanno maggiormente colpito di questa raccolta, un piccolo capolavoro con la sua tristezza di fondo espressa però con una melodia incantevole (azzeccatissimo l'uso dei violini) e un ritornello profondo e assolutamente catchy allo stesso tempo. Nel complesso ottima anche "All The Way To Reno", molto trasognata e psichedelica, in cui si nota l'uso molto discreto ma caratterizzate delle tastiere. Se questi sono i presupposti, "Reveal" dev'essere sicuramente un signor disco, altro che episodio minore...

Una menzione a parte la merita sicuramente "The Great Beyond", che all'inizio mi ha lasciato piuttosto perplesso, forse per il suo andamento molto lento e soffuso, o forse solo per il suo accostamento con "Man On The Moon", con la quale perde inevitabilmente il confronto, pur rimanendo una bella canzone, mentre non c'è proprio stato verso di farmi piacere i due brani tratti dall'album "Up" del '98, ovvero "Daysleeper" e "At My Most Beautiful", che pur nel loro valore intrinseco risultano essere poco dirette e trascinanti, un po' vacue e incomplete.

Il lato più rock dei R.E.M. si manifesta invece nelle rimanenti sei canzoni: oltre alla già citata "Bad Day" ci sono altri pezzi da 90 come la gagliarda "Orange Crush" del 1988 e la cavalcata onirica "What's The Frequency, Kenneth?" del 1994, che vincono l'Oscar rispettivamente come miglior linea di basso e miglior riff del disco, mentre c'è ben poco da dire sull'altro inedito del disco, "Animal", una canzone bruttina che mi fa venire il mal di testa per la sovrabbondanza di cori e sovrapposizioni vocali. Nell'ambito dei piacevoli divertissement rientrano invece l'allegra filastrocca "Stand", sempre dall'album "Green" del 1988 e "All The Right Friends", la cui composizione risale addirittura al 1979, un bel pezzo vagamente punkeggiante.

Nel complesso posso dire di aver azzeccato un bel 5+1 al Super Enalotto, ovvero una band che magari non mi suscita lo stesso entusiasmo e trasporto dei miei "figlioli prediletti" Muse, ma comunque un bel trio di quantità e qualità, che si è meritato in pieno la mia fiducia.   

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