Dopo il disastroso "Around the Sun", un disco talmente piatto che scommetto figura tra i preferiti di Simona Ventura (nota intenditrice di musica), i R.E.M. erano ad un bivio: fare compagnia a Bill Berry a zappare la campagna georgiana o tornare a scrivere canzoni decenti.
Il live in questione, registrato nel 2007 durante le prove di quello che sarebbe diventato il discreto (ma non miracoloso, come molti hanno fatto credere) "Accelerate" testimonia che Stipe e soci non sono ancora a loro agio con vanghe e trattori.
Summa di 5 serate a Dublino durante le quali gli ex eroi di gioventù non hanno suonato nemmeno una volta "Man on The Moon" o bigiotteria varia (le mie orecchie esauste ringraziano), il doppio disco offre 39 canzoni che pescano dal passato remoto della band; viene infatti sgranato quasi tutto "Chronic Town" e molte provengono da "Fables of The Reconstruction", il sottovalutato disco del 1985, tra cui spicca una superba e mai troppo celebrata "Kohoutek". Del nuovo corso, quello post Berry, fari puntati su "Accelerate" e poco altro. A rendere più goloso il tutto due inediti: la onirica "On The Fly" e la divertente ma prevedibile "Standing on The Barrel".
Performance granitiche, il Michael Stipe migliore di sempre (tanto da far pensare a qualche ritocco in studio) con le parole dei primi dischi comprensibili ma non per questo meno enigmatiche (del resto lo stesso Stipe più volte scherza sui propri testi dicendo di non sapere di cosa trattino). Niente mormorio, qualche parola dimenticata nonostante il leggio, alcune sbavature di Buck e del batterista Rieflin e niente concessioni alle improvvisazioni.
A beneficiare del trattamento in palestra sono soprattutto i pochi brani recenti che sembrano trarre nuova energia dalla furia con la quale vengono suonati. E anche la soporifera "Worst Joke Ever" qui non sfigura tra "Welcome to the Occupation" e "Carnival Of Sorts".
I R.E.M. come li conoscevamo, dopo tanto tempo.
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