Molta parte di “New Adventures in Hi-Fi” fu scritta durante i sound-check del “Monster Tour” del 1995, il primo tour a cui i REM presero parte dopo quello del 1989, quando andarono in giro per il mondo per promuovere “Green”.
Se è certamente ammirevole questo loro impegno compositivo anche durante i tour – un’ulteriore testimonianza della loro (davvero extraterrestre) dedizione al lavoro – bisogna essere realisti e dire che lo spirito di rilassatezza che ha avvolto gran parte della composizione del disco si sente in almeno quattro canzoni: “Bittersweet Me” e “So Fast So Numb” sanno di mestiere: francamente, troppo ordinarie per un gruppo come loro; “The Wake-Up Bomb” e “Departure” sanno di cattivo gusto, e deturpano l’album.
Gli altri pezzi fatti in tour sono invece eccellenti, e lasciano piacevolmente sorpresi per il loro spessore, che sembra quello di pezzi fatti nella pace dello studio: “Be Mine” (dolente ballata elettrica); “Undertow” (un bel acid-rock con ottimi controcanti); “Binky the Doormat” (con un bel riff e un bel ritornello, incomprensibilmente rovinato dall’inutile e brutto controcanto di Mills); e soprattutto “Low Desert” (un rock lento con un cantato che lo rende un capolavoro emozionale, capace di toccare come i migliori pezzi di “Monster”).
Le cinque canzoni rimanenti – che poi sono i capolavori del disco – furono composte in studio: “New Test Leper” (tenera ballata folk-rock); “How the West Was Won” (con un lavoro semplice e geniale di piano e di batteria, e un ritornello di sapore classico, tra i più belli del repertorio); “Electrolite” (un'altra invenzione pianistica di Mills, unita ad un cantato delicatissimo); “Leave” (splendida ballata che comincia con organo e chitarra acustica, e poi si sviluppa in modo rock): e infine “E-bow the Letter” (riscrittura di “Country Feedback”, nettamente superiore all’originale, senza cantato, ma con un parlato da pelle d’oca di Stipe, a cui si aggiunge la voce di Patti Smith ad aumentare i brividi).
Questi ultimi 5 pezzi fatti in studio, tra i migliori della loro produzione, fanno pensare a quello che i REM avrebbero potuto fare se invece di andare on the road, fossero rimasti a casa, vista, almeno nel loro caso, l’inutilità dei tour per vendere dischi (16 milioni di copie per “Out of Time” e 14 milioni per “Automatic for the People” – entrambi senza nessuna promozione, al di là di qualche show-case).
Il difetto peggiore di “New Adventures in Hi-Fi” è la lungaggine: 13 canzoni sono davvero troppe e a queste si aggiunge anche uno strumentale: “Zither”. Con le loro capacità, potevano metterci sopra un testo e una melodia, farne un bel lento, e conservarlo per “Up”, dove avrebbe fatto un figurone.
Un 4.5 arrotondato per difetto, perché non raggiunge (in generale) l’emozione di “Automatic for the People” e il valore compositivo di “Monster”.
In ogni caso, un eccellente disco.
Da qui comincerà il loro declino.
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