"Reveal" è un album dei R.E.M. pubblicato nel 2001, a tre anni di distanza dal precedente lavoro, il secondo con la formazione a tre.

Era stato presentato come un disco per l'estate, e in effetti in alcuni passaggi sembra proprio che la band sia in vacanza, purtroppo dalla migliore ispirazione e vena artistica. Costituisce, a mio avviso, il secondo capitolo della fase di declino, dell'involuzione. Già l'antecedente "Up", pur essendo un buon cd, presentava i primi segni di cedimento. Il punto più basso lo si raggiungerà con il seguente "Around The Sun". Comunque, le indiscrezioni che trapelano parlano per il futuro album in gestazione (presumibilmente in uscita nella primavera 2008) di un ritorno al rock, sicuramente preferibile a questo stile. Questo lavoro in ogni caso contiene ancora delle ottime canzoni, alternate però a pezzi deboli e poco ispirati, soprattutto nella seconda parte, che agli appassionati di vecchia data potrebbero provocare delle crisi di nostalgia. Questi pezzi sembrano fungere da zavorra ad un album che non riesce a decollare.

Analogamente al predecessore, vi è un marcato utilizzo dell'elettronica, che mentre prima poteva essere considerato un apprezzabile sperimentazione, adesso comincia ad avere un sentore di "déja-vu", una sorta di minestra riscaldata. Rispetto ad "Up", vengono maggiormente adoperate le chitarre e soprattutto la batteria, sostituita nel 1998 in larga parte dalla drum machine, in omaggio al traumatico addio (1997) del bravo Bill Berry. Alla batteria figura ancora Joey Waronker (figlio di un pezzo grosso della Warner Bros), che lascerà il gruppo dopo questo lavoro, sostituito dal validissimo Bill Rieflin. C'è anche un uso massiccio degli archi, già adottato in passato, ma che qui, a differenza di altri cd nel quale l'impiego ne era molto ben calibrato, risultano a tratti troppo invadenti.

L'avvio, comunque, promette bene. L'iniziale "The Lifting" è una canzone molto gradevole, con un bel crescendo a tratti aggressivo che da quasi l'impressione di levarsi in volo, nel pieno rispetto del titolo e del testo. Il maggiore difetto è che è troppo appesantita dagli archi. "I've Been High" è invece un suggestivo e melodico brano dominato dalle tastiere e dall'elettronica, con una base ritmica campionata e una stupenda parte vocale. La successiva "All The Way To Reno (You're Gonna Be A Star)", che sarebbe stato il secondo singolo estratto, è una ballata più chitarristica e tradizionale. E' però eccessivamente protratta, e può risultare ripetitiva e un pò noiosa. Si risale di livello con "She Just Wants To Be", uno dei migliori episodi. E' composta da strofe prevalentemente acustiche, e si rinvigorisce nel ritornello e negli stacchi musicali, con anche dei begli assoli in primo piano della chitarra di Buck, come ai vecchi e mitici tempi. Ancora più bella nella versione live. Più che discreta anche la seguente "Disappear", con una struttura simile alla precedente, anche se di livello inferiore. "Saturn Return" è invece una mediocre e leziosa canzone pianistica imbevuta di elettronica, nella quale l'unica cosa buona è l'interpretazione canora di Stipe (sempre una garanzia la sua voce). Migliora l'atmosfera "Beat A Drum", un pezzo anch'esso lento e dominato dal pianoforte, con qualche intervento di chitarra. L'ottava traccia è la celebre "Imitation Of Life" (singolo di lancio di "Reveal"), un brano pop-rock veloce, semplice ed orecchiabile. Ci sono restato affezionato subito, se non altro perchè è quello che più di ogni altro mi ricorda i R.E.M. vecchia maniera. Dopo le scialbe e insipide "Summer Turns To High" e "Chorus And The Ring", prevalentemente elettronica la prima, prevalentemente chitarristica la seconda, eccoci al picco più elevato dell'opera. "I'll Take The Rain" è una lunga e semi-acustica ballata dal clima cupo e malinconico, molto emozionante e con un ottimo e particolare intermezzo musicale. Non sarebbe affatto sfigurata in un capolavoro del passato. Davvero bellissima. Dopo questa impennata, però con la conclusiva "Beachball" si giunge davvero alla frutta. Un pezzo stucchevole e melenso, indegno dei R.E.M. e del loro stile. Una canzone pressochè sinfonica, con accompagnamento quasi esclusivamente orchestrale.

Tutto sommato, non è una ciofeca. Un lavoro discreto, che riesce ancora a strappare un 6/7, ma che è davvero lontano anni luce da alcuni album passati. Certo, "Automatic For The People" e "New Adventures In Hi-Fi" non li vede neanche col telescopio Hubble!

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