"Erozero" è il sesto disco del cantante romano datato 1979.
Grandissimo successo commerciale dell'epoca, contiene alcune canzoni molto belle diventate poi classici della musica leggera italiana. Tra queste mi sentirei di citare su tutte "La tua idea" (canzone, interamente scritta da Zero, contro la droga che inneggia alla speranza e ai veri valori della vita), l'arcinota "Il carrozzone" (metafora della vita dai contorni un pò amari), "Periferia" (canzone in cui ricorda ed elogia le sue umili origini e sottolinea la voglia di riscatto), "Arrendermi mai" (a difesa dell'uomo contro il sopravanzare della tecnologia) e "La rete d'oro" (in cui si inneggia alla poesia e alla speranza). La canzone più nota, e forse un pò sopravvalutata, del disco è la celeberrima "Baratto" che, a mio parere, è abbastanza trascurabile. Anche le rimanenti canzoni sono comunque più che dignitose.
Canzoni di borgata, popolari, dal retrogusto un pò malinconico e di notevole fascino, pur nella loro semplicità. Questo disco può essere identificato, a parere dello scrivente, come l'ultimo bel disco di Renato Zero. Poi il cantautore romano cadrà nel grave errore, probabilmente dovuto ad un eccesso di entusiasmo, di pubblicare dischi doppi con qualche canzone buona qua e là (soprattutto in "Tregua") con il risultato di stancare il suo pubblico che, di lì a poco, cioè dopo il q disc "Calore", lo abbandonerà per un lungo periodo. Se avesse selezionato maggiormente i pezzi e pubblicato dischi singoli anche "Tregua" (soprattutto), "Artide Antartide" e "Via Tagliamento 1965/1970" avrebbero avuto una tensione migliore e sarebbero potuti essere dei buoni dischi. Tra l'altro questi album venivano pubblicati a cadenza annuale e quindi troppo ravvicinati tra di loro.
Ritroverà il successo molti anni dopo con alcune canzoni mediocri e dischi nel complesso bruttissimi secondo una logica che sfugge allo scrivente. Un grande comunque negli anni '70.
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