Non sono mai stato sorcino e tantomeno fan di Zero. Anzi, onestamente lo consideravo anche una sorta di pagliaccio paraculo legato al momento, meteora che sarebbe svanita velocemente con la rivoluzione musicale in atto che lo avrebbe travolto. Poco sopportavo il suo tutto sommato buonismo, sempre però politicamente corretto, questa sorta di guru autocelebrativo che muoveva una pletora di coglioncini e i loro coretti stupidi da curva. Poi si cambia, ovvio, o ci si rincoglionisce, anche, (ma scegliete voi!!) e si torna a guardare a ritroso e a riprendere in mano e a rivalutare e ri-analizzare quello che abbiamo perso, sbagliato o lasciato. Certo, erano anni dove musicalmente parlando ce n'era davvero tanta, anzi troppa, e non si poteva certo cagare tutto e tutti. Renato l'ho riscoperto casualmente grazie ad un amico, ad un Vhs, ad una mancata intervista per una radio privata prima di un concerto.

Icaro arriva già negli anni 80, al culmine del successo di Zero, dopo 7 dischi in crescendo di bellezza e successo. E' il primo live, e il bisogno di celebrare il successo. Certo l'autoreferenzialità non manca, ma in Zero mi pare una caratteristica non negativa, associata al bisogno di verbo della sua gente. Le canzoni come il personaggio sono oneste e vere coraggiosamente anticonformiste, rivendicazioni ad un diritto alla "diversità" che nell'Italia di allora è tutt'altro che scontata. Non manca l'enfasi melodrammatica ma alla gente non dispiacciono le forzature vocali che fanno scattare l'applauso, poi ripresi nelle caricature di alcuni comici. E allora parliamo di abuso infantile, pariamo di aborto, parliamo di ambiente, di caccia e fra lustrini e tutine una schiera nutrita di fan lo elegge profeta eccentrico. E così mentre mezza Italia è impegnata, spara e guarda ai "cantautori impegnati" , Zero fra trasgressioni e moralismi, e giuramenti sulla sua coerenza, accompagna l'altra metà. Spesso non si prende troppo sul serio ma quale sia la sua vera anima non ci è dato sapere e comunque non ha mai fatto outing e il dubbio resta.

Questo è Icaro, un buon disco, musicalmente discreto che raccoglie una scaletta davvero "greatest hits". E forse mi sbagliavo io.

Carico i commenti...  con calma