Nel 1973 esce il primo album di Renato Zero. Conosciuto da tutti per il suo stile particolare ed eccentrico, Renato Fiacchini comincia così a farsi strada nel mondo della musica. A dire il vero l'album arriva dopo sei anni dalla sua prima incisione musicale. Molti credono che questo LP sia un LP live ma non è così infatti gli applausi e le urla che si sentono in sottofondo in alcune canzoni sono state aggiunte alla fine poichè l'album non ebbe molto successo alla sua uscita. Le tracce dell'album sono 11 per un totale di 40 minuti ca. di ottima musica.

Il Disco si apre con la poetica "Paleobarattolo" nella quale una voce ci spiega il testo della canzone, ci spiega cosa accade quando un uomo resta chiuso per 20 anni e 30.000 secoli in un barattolo, esce fuori e guarda divertito gli altri uomini che si lamentano e che sono ancora chiusi nei barattoli. Musicalmente è molto delicata con la chitarra acustica e il basso elettrico fusi in un'unica sognante melodia. Il secondo brano, "Nonsense pigro", è molto fresco e divertente contrassegnato da un bel pianoforte che gioca con la chitarra, elettrica stavolta, fino allo stacco, dove quest'ultima prende il sopravvento e da vita ad un bell riff. Squilla una tromba e comincia il terzo brano, "Sergente no!", che a mio parere è un brano contro la guerra. Il pezzo elenca i motivi per cui un ragazzo, che è il protagonista della canzone, non vuole fare il militare e tra i vari motivi futili come : "odio il grigio-verde, questo elmetto mi sconvolge i capelli, con il fisico che ho potrei fare solo il fotomodello", spuntano i motivi seri : Amo il mondo e al mondo guerra non farò, io non sparo io nemici non ne ho. Musicalmente davvero carina. "Tk6 chiama torre controllo" è un bel pezzo funky con un ampio uso del Wah-Wah. E avanti a "0/1023" una canzone molto blues che a mio parere è la meno bella del LP. Se la traccia numero 5 mi lascia sempre un pò a desiderare, la stessa cosa non si può dire della traccia n.6 ovvero "Nell'archivio della mia coscienza". Il pezzo è molto toccante, è un viaggio nei ricordi. Un viaggio in cui si esamina tutto quello che si è vissuto, tutto quello che si è detto o pensato su determinate persone. Un brano che se ascoltato con la giusta partecipazione emotiva potrebbe anche commuovere, specialmente quando la calda voce di Renato ci canta dei ricordi dell'infanzia (C'è un veliero inpolverato che da piccolo chiamavo con il nome di Speranza).

Ma bisogna scuotersi di dosso la malinconia e la tristezza perchè con "Dana", energico, bellissimo, tostissimo, graffiantissimo (?) :-) rock'n'roll, c'è solo da scatenarsi. Giro di basso martellante, chitarra alla "Johnny B. Goode" del miglior Chuck Berry, piano stile saloon, voce ironica e sofferente allo stesso tempo rendono questo uno dei brani migliori dell'album. "Ti bevo liscia" con un bellissimo riff iniziale e una chitarra funky a seguire fa il paio a "Tk6 chiama torre controllo" e come questa è bellissima. "Make up, Make up, Make up" è un ode al trucco e ai colori (cambia faccia al mondo col Make up!!!). E' il momento conclusivo dell'album e prima della canzone finale che da il titolo al disco è tempo di "Sogni nel Buio". Canzone contro l'aborto, si sviluppa sotto forma di monologo (a parlare è il bimbo nel grambo della madre) recitato su un sottofondo di pianoforte. Invito tutti a leggere il testo perchè questa è una canzone degna di essere chiamata tale!!!. La canzone ha un finale tristissimo perchè tutti i sogni che aveva il bimbo riguardo la sua vita futura finiscono con l'urlo straziante e pauroso: NO LEI MI HA UCCISO!!!. Da qui parte la title-track che è, allo stesso tempo, un'attacco alla madre, probabilmente alla madre che lo aveva ucciso (no mamma no è solamente colpa tua) e un disperato bisogno di affetto e di aiuto (non ricordi piu? la notte mi stringevi a te, temo quando tu non mi puoi proteggere).

Finisce cosi l'album e la mia prima recensione. Spero vi sia piaciuta e non vi abbia annoiati. Un saluto a tutti i De-Lettori... Alla Prossima...

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