Uno spasso totale. Non trovo altre parole per descrivere il debutto di Reso, aka Alex Melia, alla Hospital Records. Nonostante avesse già realizzato un EP, Ricochet è di fatto il primo album con la celebre etichetta drum and bass, disco realizzato sui parametri della casa discografica, con tutti i brani pronti a far calare i cappelli. Aspettatevi quindi beats ad alta velocità, un cambiamento non scontato per un artista legato storicamente alla dubstep, genere ormai sempre più destinato a scomparire - o trasformarsi - causa rigetto naturale dell'industria discografica: insomma ne veniva prodotta davvero troppa e il genere forse non è privo di scadenza. La dnb invece non sembra soffrire gli acciacchi dell'età, e finché ci saranno elementi come Melia aggiungo che possiamo dormire tranquilli. Un album divertito e divertente, positivo e chiassoso, ma mai stupido né superficiale, maniacale nella produzione come il producer inglese ci ha abituato, e se avete ascoltato Tangram sapete di cosa parlo.
Ricochet non parte col botto, ma un boato chiamato Taiga, già un classico della Hospital a tempo record e brano che ha fatto innamorare il suo boss Tony "London Elektricity" Colman. Inizio epico sognante, quasi progressive rock, ma al secondo minuto siamo già nel vortice spietato delle drum machine. O quasi, visto che le percussioni nella prima parte suonano come campionamenti di batterie autentiche, solo tagliate all'inverosimile e portate a velocità disumane. Da metà brano si vola nella stratosfera col campione di batteria che ha reso famoso Squarepusher. Reso sa come utilizzarlo al meglio, creando un mosaico intricato, ma anche i synth crescono in piena sintonia, creando melodie avvolgenti che si ergono sopra un basso mare-magnum. Un pezzo semplicemente strepitoso. Move It scalda ancora più l'atmosfera grazie al suo spirito tamarro, è un brano drum and bass duro, dominato da una bassline stridente, ma al contempo strutturato come un "riempipista", bisogna ascoltarlo per capire. L'effetto è come quello di stare sul Tagadà, la mitica attrazione delle giostre, specie nella esilarante seconda parte, che strizza l'occhio alla dubstep. Discorso analogo lo si può fare per il singolo The Blob.
Coming Back To You è una traccia melodica con un campione vocale che prepara a una linea free-form, quasi jazz. Questa parte spiazza letteralmente l'ascoltatore e dimostra la fantasia produttiva di Melia, non sai mai cosa aspettarsi il minuto dopo. L'altro pezzo grosso di Ricochet non è il brano omonimo, robusto ma non memorabile, ma la stupenda Callisto, il punto più alto insieme a Taiga e naturale "gemella". Si sente la passione di Reso per i videogiochi e gli anime giapponesi; anche se qui non sono presenti campionamenti vocali da saghe robotiche, non è difficile immaginarsi su qualche cabinato ascoltando l'evocativa introduzione. Ovviamente anche qui dal cielo terso si precipita in una foresta di pattern ritmici elaboratissimi, nei quali si addentra con disinvoltura una bassline schizoide. Nella seconda parte si fanno incessanti gli snare, come se il brano fosse suonato da un batterista bionico impazzito. Da mani nei capelli la chiusura. Un pezzo che dimostra la bravura di questo musicista, sia sul lato della composizione che del mastering; i suoni sono cristallini e la resa una gioia per le orecchie. Nella parte finale dell'album si rallentano i ritmi per provare qualcosa di diverso e più rilassante (Happy Travels) e un riciclaggio dal precedente EP Pulse Code (Unexist), una leggerezza perdonabilissima vista la qualità stratosferica. Un gran bel disco che vi consiglio se volete sentire dell'ottima drum and bass, ma con un carattere tutto personale. Se siete interessati a questo artista e volete scoprire di cosa è capace, consiglio di ascoltare i precedenti Tangram, Temjin e i vecchi lavori indipendenti, non ve ne pentirete.
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