La band bostoniana Revocation, composto dal chitarrista David Davidson, il bassista Anthony Buda e il batterista Phil Dubois, torna in studio (con l'etichetta Relapse) per realizzare a 3 anni di distanza dal primo album (Empire Of The Obscene), il nuovo full-lenght dal nome "Existence Is Futile".

Se nel precedente lavoro i ragazzi si erano fatti notare notevolmente grazie alla loro grande tecnica agli strumenti, in questo album lo fanno addirittura meglio! Il Technical Thrash/Death metal che ci offrono è un fantastico miscuglio dei tre generi: molto variegati e mai ripetitivi i riff di chitarra e altrettanto puliti e notevoli gli assoli di Davidson, così come le parti di basso di Buda per non parlare dello scatenato Phil che dietro le pelli martella a velocità e precisione pazzesche. I cori creati poi dall'accoppiata Davidson-Buda con sezioni vocali che spaziano tra lo Scream e Growl, accentua ancora di più la cattiveria di vari passaggi presenti nelle song di questo ottimo lavoro.

La particolarità di questo album è quella di essere veramente vario, non si sconfina dal genere e le canzoni non sono mai ripetitive tra loro. La creatività insomma è cresciuta e non poco, e se contiamo che siamo solamente al secondo album possiamo sperare in lavori grandiosi per il futuro di questa nuova band! Va secondo me sottolineato però che qualcuno potrebbe non apprezzare la tecnica dei ragazzi forse considerandola un po' eccessiva e di conseguenza si potrebbe pensare a poca creatività, ma sinceramente io non sono di questa parte, la creatività c'è e si fa fortemente sentire! Passiamo ora all'analisi dei singoli brani (il cosiddetto track by track che qualcuno potrebbe non apprezzare...).

L'opener dell'album chiamata "Enter The Hall" è una breve canzone strumentale, non troppo tecnica con dei brevi assoli assolutamente azzeccati alla ritmica, insomma fa un buon lavoro come intro dell'album. La seconda traccia invece è un' esplosiva "Pestilence Reigns"che parte con un violento riff piuttosto tecnico e non scende mai di tono,rimanendo forse però leggermente "piatta" rispetto agli altri lavori. "Deathonomics" è particolare, anche essa inizia con un buonissimo riff di chitarra che accompagna le strofe in cui Davidson fa un buon lavoro con la voce che nel ritornello si fonde assieme al growl più grave di Buda, canzone di breve durata ma abbastanza espressiva con una sezione musicale che varia diverse volte.

Si arriva quindi alla title-track "Existence is Futile" la quale ha la particolarità di iniziare con un riff molto più grave rispetto alle precedenti, il bpm cresce però man mano che si avanza e i cambi di tempo devono ancora arrivare! Ed è così che si arriva ad uno dei capitoli migliori dell'album (secondo me il migliore) chiamato "The Brain Scramblers": la canzone presenta riff tecnicissimi che incontrano un cantanto ancora più efficace rispetto alle precedenti track, notevole anche l'assolo di chitarra. "Across Forests and Fjords" è un ottimo brano strumentale per niente banale con ottime sezioni ritmiche e variegature.

"Reanimaniacs" ha un riff molto efficace, breve, ma rimane subito impressa, davvero coinvolgente. così come il botta-risposta tra le due voci nelle strofe di questa canzone. Si arriva quindi a "Dismantle the Dictator", canzone di cui è stato fatto anche il primo video della band, la quale presenta i riff più tecnici di tutto l'album, anche essa molto particolare come canzone, con un assolo finale che non ci si aspetta,davvero singolare come track! La seguente "Anthem Of The Betrayed" rimane un'altra track semplice da memorizzare, anche in essa il lavoro solista di Davidson alla sei corde merita davvero tanto e in uscita di assolo ci spara un altro fantastico riff!

"Leviathan Awatis" è un brano originale, a tratti melodico con ottime armonie di chitarra, da sottolineare poi gli ottimi giri di basso. Il brano di chiusura chiamato "Tragedy of Modern Age" è un altro fantastico capolavoro di creatività e tecniche con un ritornello semplicemente fantastico e ritmiche straordinarie senza però eccedere troppo.

Se consideriamo l'album nell'insieme insomma potremmo dire che non è un lavoro che stanca dopo pochi ascolti anzi, va riascoltato più volte (come tutti gli album) per apprezzarne l'insieme di tutte le tracce. Do un cinque pieno a questo lavoro per la sua unicità e per la sua capacità di essere davvero travolgente! I Revocation sono una band assolutamente da conoscere!!

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