Terzo ed ultimo album per il super combo reclutato da Timo Tolkki dopo la sua decisiva dipartita dagli Stratovarius: l'anno domini è il 2010 e il personale in questione è composto da: ovviamente il finnico Timo Tolkki alla guitar, i brasiliani Gus Monsanto alle vocals e Bruno Agra ai drums, lo svedese ex Hammerfall Magnus Rosén al bass e il greco Bob Katsionis dei Firewind alle Keyboards: una banda molto cosmopolita, niente da dire, peccato che il risultato non sia alle altezze dei nomi coinvolti...
Il disco infatti si muove sempre sui soliti clichè power metal,a partire dalla orrenda open track "marching with the fools", passando per pezzi scialbissimi come "a lot like me" e "crossing the rubicon". Un colpo di coda l'abbiamo forse con "world doesn't get to me" e con l'intro di "dreamchild" che lascia sperar bene, ma si perde per la strada, come suol dirsi in questi casi. Il buon Timo in quest'album è fuori forma sia a livello compositivo che per quanto riguarda i suoi mitici assoli, tanto che spesso addirittura si ferma mentre suona, non sapendo che pesci prendere (almeno così è parso a me, giudizio personale). La title-track è un lungo pezzo di oltre dieci minuti, introdotto da uno speech femminile e proseguito poi tra bassi pulsanti, tastiere ridondanti, arpeggi di chitarra acustica e canto vellutato di Monsanto, per poi seguire in maniera più "potente" senza mai far sussultare l'ascoltatore, a quest'ora probabilmente già addormentato sulla sua sedia o divano, a scelta, nonostante la musica alta. Pessimo anche l'assolo finale e la conclusione, paradossalmente UGUALE a quella di "revolution renaissance", nell'album new era, sempre di Tolkki. Insomma l'ennesimo auto-plagio...Chiude l'album la ballad "Frozen winter heard", senza infamia e senza lode.
In conclusione, capiamo benissimo come mai il Timone finnico abbia deciso di sciogliere il gruppo dopo quest'album: le idee infatti erano finite da un pezzo, la voglia di suonare insieme, tra i vari membri, pure, e le classifiche di vendita del disco diedero il colpo definitivo. Resta come una nota "di colore" la strana bravura di Timo di fondare e far "esaurire" un gruppo nel solo spazio di tre album e due anni di lavoro...Col seguente gruppo,i "Symphonia", farà di peggio, al livello di resistenza, ma questa è un'altra storia...
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