A due anni di distanza dal maestoso "Symphony Of Enchanted Lands II" la Rapsodia di Fuoco ritorna per scrivere il secondo capitolo della Saga dell'Oscuro Segreto, intitolato "Trionfo o Agonia", che dimostra per l'ennesima volta l'innata e incompresa capacità dei Rhapsody di rinnovarsi ad ogni album: infatti in questo disco è praticamente assente lo stile Symphonic-Power che gli aveva resi celebri (quello di Emerald Sword o Holy Thunderforce), così come è molto ridotta la sontuosa vena Symphonic-Progressive che aveva caratterizzato il precedente capitolo: il risultato finale è un disco molto melodico (come dimostrano le ben tre ballate) dotato di spunti originali e assai interessanti che lasciano a malapena intravedere la direzione che prenderà la band nei prossimi lavori.
Il compito di aprire l'album è affidato a "Dar-Kunor", la prima intro dei Rhapsody interamente strumentale, divisa il due parti: la prima "Echoes From The Elvish Woods" è soffusa e malinconica, e va ad accelerare nei cori e nelle solenni orchestrazioni di "Fear Of The Dungeons", che tirano la volata alla titletrack "Triumph Or Agony": imponente, statuaria, evocativa e intensa, autentico manifesto delle sublimi capacità compositive del duo Turilli-Staropoli; sono praticamente certo che i Dimmu Borgir si siano ispirati proprio a questa canzone per comporre il primo minuto di "The Serpentine Offering". "Heart Of The Darklands" invece è forse il pezzo meno ispirato del disco (quello che esprime meno personalità) che comunque si fa notare per il bel riff e per l'assolo di Luca Turilli; poco male, ci si rifà abbondantemente con "Old Age Of Wonders", meravigliosa perla Folk-Metal, stupendamente malinconica ed evocativa, con un ritornello che rapisce completamente, vellutato e carezzevole, dai ritmi di una danza medievale molto rallentata e soffusa. Il flashback continua con la cavalcata power "The Myth Of The Holy Sword", che racconta la genesi della Spada di Smeraldo in un crescendo emozionale assolutamente coinvolgente che esplode nei cori del ritornello, che fanno di questa canzone uno dei punti più classici, catchy e immediati del disco, anche se innovativa rispetto a quanto sperimentato in passato dai Nostri. Ma ecco che la narrazione della saga di interrompe per un attimo, per far spazio a "Il Canto Del Vento", prima canzone dei Rhapsody Of Fire interamente scritta e composta da Fabio Lione: ci troviamo davanti a una perla di emozione purissima, una stuggente dedica sorretta dal dolce e melanconico pianoforte di Alex Staropoli, anche il testo è poesia assoluta, ulteriormente nobilitata dalla prestazione del Cantastorie davvero da pelle d'oca, degna del miglior Freddie Mercury. Da questa mistica estasi si viene risvegliati con "Silent Dream", altro pezzo che lascia alquanto spiazzati: le orchestrazioni sono ridotte all'osso e la canzone suona ben poco Rhapsody; potrebbe benissimo essere un singolo degli Stratovarius, vale a dire caldo, coinvolgente e gagliardo. "Bloody Red Dungeons" è invece il punto più cupo e massiccio del platter; un po' alla "Power Of The Dragonflame" con un'ulteriore tocco scuro e "doomy"; da manuale anche l'intro pianistica. Terza ed ultima ballata è "Son Of Pain", caratterizzata da vellutati e commoventi arrangiamenti orchestrali che rendono spontaneo l'accostamento con "Lamento Eroico", rispetto alla quale c'è però una sostanziale differenza: il pezzo del 2002 era l'elegia, l'ultimo saluto del Guerriero del Ghiaccio prima della sua morte, questa invece è il ringraziamento di Dargor per la sua conversione e la sua nuova vita, quindi l'inno a una rinascita; in entrambi casi siamo comunque a livelli ultraterreni di sublime poesia. Ma ecco che su "Triumph Or Agony" si staglia possente la suite "The Mystic Prophecy Of The Demonknight", autentico viaggio in musica che descrive nei minimi dettagli il viaggio dei cinque eroi prescelti nelle buie caverne di Dar-Kunor alla ricerca del Settimo Libro di Nekron. In questo capolavoro della musica contemporanea vengono evocati infidi trabocchetti e paesaggi cupi e spettrali, per arrivare finalmente al climax del disco, ovvero il furto del libro maledetto e la fuga dai morti viventi della caverna. Lo stile della composizione è molto vario: prima power e celticheggiante, poi più cupo e concitato, condito con passaggi recitati che descrivono alla perfezione lo stato d'animo dei vari personaggi, per finire con il lieto fine della fuga, che fa sfociare l'imponente suite nel brano conclusivo "Dark Reign Of Fire", che si districa tra orchestrazioni (riprese coma da tradizione dall'intro), cori solenni, parti più dolci cantate da Fabio Lione e narrazioni (anche di Christopher Lee). Come la precedente "Nightfall On The Grey Mountains" anche questa composizione chiude il disco in modo elegante e sfumato. Qui finisce "Triumph Or Agony", ma la Dark Secret Saga è lungi dall'essere terminata...
Come se non bastasse tutto 'sto ben di Dio, nella speciale edizione limitata dedicata ai fan italiani di cui sono orgoglioso possessore sono state inserite anche tre bonus track: la prima è un inedito, "Defenders Of Gaia" dotato di sonorità power piuttosto graffianti e concitate, che tratta un tema di grande attualità, ovvero la difesa della Terra e dell'ambiente, che sta molto a cuore a Luca Turilli ("The Infinte Wonders Of Creation", stupendo terzo album solista dell'Artista di Trieste ne è la dimostrazione lampante). La seconda è "A New Saga Begins", versione accorciata della prima sezione di "The Mystic Prophecy Of The Demonknight"; di solito sono contrario a questi "ritagli", ma in tal caso il risultato è davvero ben riuscito: un ottimo pezzo power dalle influenze celtiche, e infine la versione italiana di "Son Of Pain" il cui nuovo, struggente testo non fa che aumentarne ulteriormente l'arcana poesia, risultando così nettamente superiore alla versione inglese.
In questo momento la band sta attraversando il momento più difficile della sua storia, dopo la brusca e inattesa rottura del contratto con la Magic Circle, ma sono sicuro che i Nostri supereranno tutte le avversità, riusciranno a trovare una nuova casa discografica e la Rapsodia di Fuoco continuerà ad ardere, diffondendo la sua mistica poesia, per ancora molti anni a venire.
Carico i commenti... con calma