E poi ti ritrovi perso in una labirintica pagina in rete...

E' una pagina in inglese e ci capisci il giusto e ci sei finito cercando notizie su una canzoncina psichedelica che ti ha acceso la fantasia.

E si, la sensazione è quella del labirinto, con tutta una serie di rimandi favolosi a scrittori mai sentiti, a vecchie canzoni folk, a musicisti di strada, a imbroglioni, truffatori e un milione di altre cose.

Si parla di fatalismo, di piccoli uomini ancorati a una maschera e a un ruolo, del fatto che non c'è scelta e che tutti ci si arrabatta per andare avanti

“Moneylender” racconta di uno di questi piccoli uomini, un usuraio, e lo racconta, tutto sommato, in maniera benigna.

Che anche lui non è che un uomo ancorato a una maschera e a un ruolo...e anche lui si arrabatta per andare avanti.

Comunque la descrizione della canzone non occupa che poche righe...

Che il bello son tutti quei rimandi sconosciuti che, abbarbicati a una lingua che comprendo per un terzo, diventano misteriose entità guizzanti in un acquario che genera la fantasticheria.

E trovo meraviglioso che una canzoncina, ovvero un soffio di immediatezza che diviene trascendenza, si immerga, grazie alle poche righe con cui un critico ispirato la descrive, nel mare magnum delle più esoteriche divagazioni.

Il tutto da un senso di vertigine. E non è strano visto che parliamo di psichedelia.

_____________________________________________

Questi comunque son davvero esoterici, i Rhubarb Rhubarb, intendo.

I Rhubarb Rhubarb, ovvero i Rabarbaro Rabarbaro.

E sorrido...che l'unica cosa che mi vien in mente pensando al rabarbaro son le caramelle marroncine e amarognole che mio padre portava sempre in tasca.

Ma “Moneylender” e “Rainmaker”, lato A e lato B del loro unico quarantacinque giri, non sono amarognole manco per niente. Nè tantomeno marroncine.

“Moneylender” e “Rainmaker sono due coloratissime caramelline psicopop.

_____________________________________________

Son poche le certezze nella vita. Io, per dire, ne ho soltanto un paio e sono, rispettivamente, birra fredda e pizza calda e pizza calda e birra fredda.

Lo so, non è molto, ma è pur sempre meglio di niente.

Con le certezze musicali invece va un po' meglio, ma lì è più facile, che, come diceva il buon Ferdinando, “l'uomo capisce solo i soldi e il teatro”. Intendendo, immagino, con il termine teatro l'arte in generale,

Comunque, anni e anni di ascolti mi hanno portato a una quasi convinzione e tale quasi convinzione recita, all'incirca, così: “le canzoni pop inglesi tra il sessantasei e il sessantotto sono le più vivide e fresche di sempre”.

Lo stesso concetto il “semino di mela” usava esprimerlo con un formula che mi pare abbastanza felice, ovvero “assalto al cielo in forma di canzoncina” o “canzoncina di cielo in forma d'assalto”. Che quelle canzoni , in virtù di un misterioso gas leggero restavano a lungo sospese nell'aria e sfidavano la gravità.

E proprio la gravità, il peso (cioè a dire la depressione e la malinconia) erano l'altra faccia di quell'apparente festa dello spirito e dei sensi passata alla storia come psichedelia inglese.

______________________________________________

E comunque i Rhubarb Rhubarb son davvero sconosciuti.

Tipo, non son nemmeno citati in “All'ombra di Sergent Pepper” la bibbia psichedelica di Federico Ferrari !!!

E dire che in chiusura di quel mirabile libro c'è un clamoroso, abbacinante, sbrilluccicoso elenco di gruppi minori dei sixties, una cosa da far perdere assolutamente la testa!!!

Ma sui Rhubarb Rhubarb niente...

In rete poi, a parte quella pagina esoterica di cui vi ho raccontato trovate solo gente che vuol vendervi il disco a 200 dollari.

___________________________________________

E allora, senza saper nada de nada, facciamo quattro passi tra le nuvole.

(UNO)

L'immagine di copertina fa pensare a una vecchia scatola di biscotti, di quelle che trovi in cantina e poi ci tieni le lettere o i ricordi.

Ma che c'entra una scatola di biscotti (o di té o di caramelle) con quei tempi di febbricitante magia?

Binomio fantastico o felice incongruità che sia, nella psicopop inglese c'è quasi sempre un retrogusto crepuscolare, un'aria di polverosa (eppur vivificante) infanzia.

Si pensi a “Matilda Mother” dei Floyd, dove la visione si consuma nell'oscurità della casa delle bambole tra magia, inquietudine e vecchi profumi.

Ma, tornando alla nostra copertina, cosa c'è di più inglese delle scatole e dei biscotti?

E' che nel nuovo verbo, e credo sia questo il senso profondo della pagina labirintica citata all'inizio, permane un profumo... ed è il profumo della vecchia Inghilterra.

(DUE)

I titoli delle antologie in cui il nostro esoterico quarantacinque giri è stato via via inserito negli anni sono piuttosto favolosi e anche piuttosto esplicativi.

“The electric lemonade acid test” “Circus days” e “Sometimes I wonder”.

E, aldilà di un “a volte vorrei con una limonata elettrica fluttuare nel circo dei miei pensieri”, che è solo un mio giochino, rimandano davvero allo spirito dei tempi.

(TRE)

“Moneylender” e “Rainmaker” le trovate sul tubo unite a quelle (oramai classiche) immagini caleidoscopiche e ultracolorate.

E' un trucchetto che funziona benissimo e rimanda, ancora una volta, alla vertigine e quindi al primo principio della psichedelia.

Tale principio recita: “meglio, molto meglio la vertigine”.

Un giorno, come per la termodinamica, troveremo anche il secondo e il terzo.

Anzi, se vi va, trovateli voi.

(Quattro)

Rhubarb nello slang inglese significa anche non sense, sciocchezza, stupidaggine. Niente di strano che, in una sorta di up and down con la malinconia, gli inglesi son sempre stati dei burloni.

Bene, ora che i nostri quattro passi son finiti, le nuvole mettetele in un frullatore. Che magari è proprio quello lo strumento di cui si parla nella canzone “Rainmaker”

___________________________________________

“Moneylender” e “Rainmaker”, sono capolavori pop per voce acida e suono rifrangente/saltellante...e posseggono, in misura massima (ma massima, eh) l'aspra dolcezza della stravaganza più lieta... poi, certo, lo sfasamento spazio temporale tipico dei tempi...la vertigine ancora e ancora...e ancora...

Lo so, lo stesso si potrebbe dire per centinaia di canzoni del periodo. Che in fondo i Rhubarb Rhubarb, pur col loro esoterico nome, seguivano il bignamino dei tempi,

“Moneylender” e “Rainmaker” sono comunque di una tale inusitata freschezza che, se anche su di loro si posasse la polvere, quella povere diventerebbe all'istante polvere d'oro.

Aloha...

Carico i commenti...  con calma