Il 2014 è stato, con molta probabilità, l’anno zero di Riccardo Sinigallia: otto anni di silenzio discografico, una valigia piena di esperienze dall’apparente peso specifico leggero, una forte crisi, economica ed artistica, che lo aveva portato a vendere gli strumenti e pensare di lasciare per sempre il mondo della musica.
Un vero e proprio annus horribilis che avrebbe seppellito tutti. Ma se sei un cantautore, puoi far nascere fiori dal peggiore dei tuoi letami.
Ecco che quindi esce “Per tutti”, uno dei migliori dischi italiani dell’anno. Album che trasuda sincerità, sofferenza e autenticità, condito da frecciatine al mondo dello showbiz musicale che lo aveva abbandonato.
I quattro anni successivi sono stati conditi dalle solite produzioni e collaborazioni, qualche piccolo live intimo qua e là e il solito silenzio mediatico che da sempre lo caratterizza.
Il frutto di questo periodo si chiama “Ciao cuore” ed è il suo quarto album solista, in quindici anni di carriera (da ciò si evince il motivo per cui Riccardo non vada d’accordo con il lato commerciale della musica). Una copertina decisamente migliore rispetto alla precedente, che ricorda vagamento lo stile Baustelle.
Nove tracce, poco più di mezz’ora. Rispetto a “Per tutti” Riccardo Sinigallia asciuga notevolmente la sua musica dai synth in favore delle chitarre, rinunciando a quelle lunghe tracce progressive (“Per tutti”, “E invece io”), tornando ad una forma più prettamente canzonistica, ma non per questo più scontata.
Tracce che variano dalle più classiche delle sue ballate (“Ciao cuore”, singolo omonimo; “A cuor leggero”; “Bella quando vuoi”) a brani più ambiziosi, musicalmente (la grintosa “Dudù”, le chitarre alte reediane in “Le donne di destra”) e socialmente (“Che male c’è”, scritta insieme a Valerio Mastrandrea, sulla vicenda di Federico Aldrovandi), senza alcun passaggio a vuoto.
Parlare singolarmente delle tracce di un album come questo ha poco senso, perché è un album costruito e assemblato tutto d’un pezzo, più del precedente. E’ un album che sancisce la definitiva maturazione di un artista troppo bistrattato da pubblico e critica, un artista che continua a ricrearsi e rinnovarsi ad ogni uscita.
Un artista che è in continua ricerca del suo suono, della sperimentazione, e mai della facile hit radiofonica.
“Ciao cuore” arriva senza far rumore, senza proclami o campagne pubblicitarie mediatiche di ogni sorta, in pieno stile dell’autore romano, a cui piace lavorare in sordina, cantare a testa bassa e mantenere un basso profilo, così da allontanare pressioni e riflettori ingombranti.
Sta di fatto che, dopo il magnifico “Per tutti”, è arrivata la conferma che ci troviamo di fronte ad una delle realtà italiane più belle, un cantautore vecchio stampo, che preferisce sporcarsi le mani più che parlare davanti ad un microfono. Un cantautore che "non ha perso l'entusiasmo delle prime volte" e che non ha paura di osare e rimettersi in gioco, cosa più unica che rara oggigiorno, che conosce i propri tempi musicali e sa farli rispettare. E se quindi dovremo aspettare altri quattro anni per un seguito, siamo certi che saranno anni spesi bene.
Alla prossima Riccardo, ti aspettiamo a braccia, bocca, orecchie e polmoni aperti.
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