Celestion è il primo album solista di Riccardo Zappa, maestro delle sei corde dotato di enorme talento che nel 1977, tre anni dopo un album prodotto con il chitarrista Klaus Aulehla, concepì e registrò in casa questo disco, catalogabile come progressive, nonostante il repertorio dell' autore spazzi dalla musica classica al jazz. Per tutta la sua durata non si scorge il benché minimo utilizzo di chitarra elettrica, infatti l'opera si basa completamente sulla chitarra classica (con l' aggiunta di tastiere, basso e batteria) e sull' utilizzo di effetti particolari ottenuti grazie ad eco e loop, e all' impiego di pick up per captare le note (a differenza di come capitava spesso ai tempi che il suono veniva preso tramite microfono).
L' opera risulta quindi completamente strumentale nella sua durata, appena superiore alla mezz' ora, con degli ottimi passaggi, a volte epici e altre spensierati e delicati, nella quale le capacità di Zappa esaltano lo strumento come fosse una voce, ricamando arpeggi o diteggiature, con sapienti giochi di sovraincisioni che riempiono il suono, mettendo in secondo piano il fatto che spesso non vengano suonati altri strumenti se non una chitarra.
La prima traccia è "Frammenti", pezzo che non ha alcuna fretta di aprirsi all' ascoltatore, e che quindi lo fa in maniera graduale nei suoi dieci minuti di durata con sapienti arpeggi in continua evoluzione capaci di creare atmosfere uniche e molto gentili sulla quale l' autore disegna con linee garbate un'ottima melodia, interrotta da un breve intermezzo di sovraincisioni di chitarra seguiti da uno dei rari momenti in cui possiamo trovare anche batteria e basso.
Chi ben comincia è a metà dell' opera si dice, e così continuiamo con "Tre e Quattro Quarti", il cui titolo serve a capire i tempi sulla quale si basa la canzone, diversa dalla precedente e con influenze marcatamente classicheggianti nella prima parte, cui segue una parte in stile più progressive a cui vengono affiancati anche batteria e basso ai continui giochi di sovraincisioni.
Segue la title track, dove questa volta Zappa si diverte e ci diverte con degli echi sovrapposti ad un synth, che con un phaser continuato creano un effetto particolare, come se le note scendessero da una cascata. Molto piacevole anche la variazione vagamente ispirata agli Area, seguita da un ottima incursione di chitarra.
Cambiamo decisamente atmosfera con "Sonata Mediterranea", nel cui titolo è descritto il contenuto musicale della canzone, sempre molto pacata e con delle variazioni sul tema piuttosto jazzate, il tutto a creare una sorta di ballata, rotta soltanto dall' avvento dell' ultima canzone "Mirage", che irrompe con una cavalcata in continuo crescendo di atmosfera sulla quale un piacevole fraseggio di note fa da sfondo ai continui abbellimenti dell' autore. Probabilmente il momento migliore dell' intera opera, altamente consigliata agli amanti della chitarra, che avranno così modo di conoscere un maestro dello strumento.
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