Arrogante, tenebroso, strafottente, presuntuoso, pazzo e depresso. Questo, è stato il Richard Ashcroft, (leader dei Verve) degli anni '90, in perenne bilico tra gli abissi più profondi sfiorati con l'uso massiccio di droghe, antidepressivi e narcotici (e chi più ne ha, più ne metta) e tra le vette più alte toccate con la sua geniale creatività che ne ha conseguito una fama da rockstar mondiale con l'album URBAN HYMNS, l'album che ha segnato la storia del rock inglese.

Poi, nel 1999, Richard ha preso una decisione importante, che gli ha cambiato la vita: addio Verve, senza rimpianti e con un futuro da songwriter.
Positivo, romantico, responsabile, ottimista, pacato, maturo ed intimista. Questo è il Richard Ashcroft del 2000. Questa è l'anima che ha incarnato nel suo primo album da solista: ALONE WITH EVERYBODY.

Già il titolo (preso da una poesia di Charles Bukowski, scrittore anticonformista, defautore e distruttore del fantomatico "sogno americano"), la dice lunga sul suo stato d'animo nei confronti del passato e del futuro. Alone With Everybody, esce nella primavera del 2000, in concomitanza della nascita del suo primogenito Sonny, creatura uscita dalla sacca della moglie Kate Radley (ex-tastierista degli Spiritualized ed ora manager e tastierista occasionale della sua dolce metà).

Sulla copertina del disco, si nota una dedica: THIS ALBUM IS DEDICATED TO KATE AND SONNY. WITH LOVE FOREVER.
Inutile ribadire come il vecchio Mad Richard sia diventato Sweet Richard. E il tutto si nota anche ascoltando l'album. Anche solo una volta. Sulla sua prima creatura artistica come "solo", ci sarebbe molto da dire e raccontare. Iniziamo col dire che rimarrà deluso chi (me compreso per primo) si aspettava un album in puro stile Britpoppiano con il sound aggressivo e fragile allo stesso tempo e la vena malinconica caratteristici degli ultimi Verve (quelli di URBAN HYMNS). Tuttavia, per una parte di pubblico che rimarrà tradita, ve ne sarà un'altra che ne rimarrà entusiasta. E questo fenomeno si verifica nella musica ogniqualvolta si cercano delle innovazioni, dei mutamenti o dei cambiamenti, e Capitan Ashcroft gli ha adottati. In complesso, Alone With Everybody, è un album molto diverso dal pluriosannato Urban Hymns. Diverso è il sound: più melodico, rilassato, limpido e dolce. Diverse sono le tematiche: meno pessimismo, molto amore e confidenzialità. Se una volta lo spigoloso Richard cantava che LE DROGHE NON FUNZIONANO, TI FANNO STARE SOLO PEGGIO, ora esalta i veri valori della vita, quali l'amore della famiglia e della sua Kate che è vigile nella sua mente anche nel sonno, come recita nella magica ballata YOU ON MY MIND IN MY SLEEP, probabilmente la canzone più bella del disco.

Per esempio, è ancora l'amore a regnare nel suo primo singolo, A SONG FOR THE LOVERS (che parla di un uomo che aspetta la sua donna il un albergo per troppo tempo), canzone scritta con i Verve per Urban Hymns e poi accantonata poichè non funzionava in quell'album. Paradossalmente, però, qui si respira un po' di sapore verviano. E la stessa sensazione si potrebbe provare anche in NEW YORK, tema che parla del caos e dello stress di una metropoli tra le più importanti nel mondo. New York è rocckeggiante (forse la più hard dell'album) e dal riff molto aggressivo che ricorda lievemente i Rolling Stones più maturi, e guarda caso, è un altro scarto dei Verve.

In un disco prevalentemente ottimistico, tuttavia, il talentuoso songwriter inglese non si smentisce e regala una perla malinconica ma forte: BRAVE NEW WORLD, ricca di una chitarra leggera, è, probabilmente, la canzone più importante per la nuova vita di Richard ed anche se il suo passato è passato, non può non fare i conti con i vecchi dispiaceri, tant'è che è abbastanza evidente nel testo un riferimento al padre morto quando era solo un bambino (I HOPE I SEE YOU ON THE OTHERSIDE, ovvero SPERO DI RIVEDERTI NELL'ALDILA'). Forse, l'episodio meno azzeccato è la semi-psichedelica MONEY TO BURN: uscita come secondo singolo, non ha avuto le ripercussioni commerciali che avrebbero portato il Nostro a vendere molto, anche in Italia, paese che lo ha palesemente snobbato e ignorato vista la mentalità musicale della maggior parte del popolo dello "stivale". Ciononostante, la critica non lo ha abbandonato, come spesso accade per gli artisti meno poppegianti, in questo strano mondo. Già, "pazzo mondo": CRAZY WORLD è orecchiabile e in essa è una goduria sentire lo scandire delle parole della caldeggiante voce di Ashcroft. Col passare del tempo, ci accorgiamo che AWE è più soffice e rassicuratore verso le ultime 3 tracce. SLOW WAS MY HEART, riscalda l'animo; C'MON PEOPLE (terzo ed ultimo singolo, ma non di successo) lo conforta e lo esalta. Nell'intermezzo c'è anche spazio per qualche fan accanito della vecchia band del cantautore britannico: ON A BEACH rimembra sicuramente, seppur a sprazzi, la solarità e la voglia di vita di LUCKY MAN. La chiusura dell’album è catturata da EVERYBODY, una splendida ninna-nanna di oltre 6 minuti, notturna e deliziosa da ascoltare prima di andare a dormire, che vede ancora protagonista la voce dell'ex leader dei Verve da una parte e le splendide arrangiature orchestrali dei suoi collaboratori (tra i quali Peter Salisbury, ex batterista dei Verve), ricche di archi, arpe, chitarre slide e fiati, che sono praticamente tutta l'essenza del disco. Tutto ciò ha dimostrato che l'addio ai Verve, ha segnato un Ashcroft più maturo ed emozionale. In Alone With Everybody ci si accorge di tutto ciò. Il suo sound così leggiadro, tra il soul e il country, tra l'America e l'Inghilterra, tra il blues e la psichedelia.
E dentro esso, vi aleggiano parecchi fantasmi: Rolling Stones, Marvin Gaye, Echo And The Bunnyman, Nick Drake e Stone Roses.

AWE è, dunque, in sostanza, un album rilassante, passionale e piacevole, da dedicare alla propria amata, ricco di sentimento e purezza, che scontenterà probabilmente i vecchi seguaci dei Verve e gli amanti del rock vero ma farà applaudire qualcun'altro. In conclusione, Richard Ashcroft è stato promosso, poichè come artista non si discute. E' un talento. Il suo essere anglosassone non si discute: da vera anima del nord d'Inghilterra. Lui è il classico cantautore britannico: quello che viaggia con una chitarra e riesce a fermare il tempo con un plettro ed una dodici corde. Quello che guarda la natura con l'occhio fanciullesco. Quello che esalta l'amore. Quello che scrive canzoni splendide e melodie memorabili. Quello che ride poco ma quando lo fa è evidentemente felice. Quello che non sa più cosa sono le droghe. Quello che dimentica il passato ma non lo rinnega. Tuttavia, inutile negarlo, i Verve, sono un rimpianto molto più voluminoso in confronto al successo da solista di Richard Ashcroft.
Ma questo è un altro discorso...

Carico i commenti...  con calma