Chiamarsi Richard Ashcroft e realizzare un convincente debutto solista non è così semplice come sembra.
Il suo nome è stato per molto tempo legato ai Verve, band capace, in quattro anni, di assurgere al ruolo di meteora dalle ottime e non completamente espresse qualità artistiche.
Ashcroft di quel gruppo era cantante e magistrale mente innalzato a nuova figura del rock britannico da critica ed estimatori per poi trovarsi, a giochi finiti, "Alone With Everybody" preda di comprensibili incertezze circa il suo futuro solista e colpevolizzato da quanti vedevano nel suo fortissimo ego la causa dello scioglimento.
Dopo questa fondamentale tappa della sua vita l'artista di Wigan realizza un lavoro che paradossalmente mai avrebbe confezionato con i suoi ex-compagni d'avventura.
Confidenziale e sincero, armato di chitarra acustica e supportato da un ottimo arrangiamento d'archi, Ashcroft ci consegna 11 slow ballads che traggono linfa vitale proprio dall'esperienza fortemente segnata in passato da una incompatibilità con quanti gli erano vicino e nel presente dal ritrovato e coinvolgente amore per la moglie Kate, ex-Spiritualized.
Per perfetti innamorati le dolcissime "Song For The Lovers", "Slow Was My Heart" e la rolling-stoniana "You On My Mind" (che non poco ricorda "Wild Horses") più per gli amanti del rock America anni '70 "New York", "Money To Burn" e "C'mon" nelle quali chitarre blues tra slide e effetti wah-wah di westcostiana memoria ricamano le loro trame.
Ascoltare quest'album è come accogliere nel cuore della notte le sincere confidenze di un buon amico e accorgersi come non sia del tutto impossibile, superato il periodo negativo e trovato un nuovo amore, tornare a fare con passione quanto ormai si credeva incapaci di fare.
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