Mia madre doveva essere Richard Galliano, poichè mio nonno, il quale suonava il sassofono tenore nella banda di una miniera di carbone nel nord della Francia, si era messo in testa che nel caso il suo primogenito fosse stato maschio, avrebbe imparato a suonare la fisarmonica. Mia madre non ha imparato alcunchè, ma i dischi di mio nonno sono stati una palestra sia per lei che per tutta la famiglia.

Forse sarà stato per questo che ascoltando per la prima volta il brano omonimo del disco, "French Touch", Valzer Musette ad opera di Richard Galliano, mi sono ritornati in mente i ballabili del centro-est europeo, diventati dei classici della fisarmonica e che ascoltavo da piccolo dai dischi di mio nonno. Sicuramente sarà stato per questo che sono rimasto folgorato mentre la sentivo in sottofondo intento a spulciare nella sezione Jazz della Ricordi di via Ugo Bassi di Bologna. Ho riconosciuto Richard, e mentre lo riconoscevo, ritrovavo il profumo antico dei dischi di mio nonno. "French Touch", come detto, è un Valzer dalla affascinante ritmica espressamente Jazz, cosa che mi ha fatto comprare il disco seduta stante e praticamente a scatola chiusa. Il resto dei brani poteva anche non piacermi, ma questo era un dettaglio, poichè io volevo possedere il pezzo che stavo ascoltando. Però il disco mi è piaciuto: non mi ha fatto gridare al miracolo ma è un disco di classe, una classe che piace, per uno strumento di classe e per un musicista di classe.

Il disco si apre con "Bèbè", omaggio al favoloso Hermeto Pascoal e ai ritmi brasiliani. Il brano è un soffio di introspettivo Choro, mai dimenticato movimento musicale antesignano della Bossa Nova, e di recente tornato in auge dalle nostre parti grazie all'interessamento di Stefano Bollani. Galliano aveva già provato a battere la strada del Brasile con un disco di dubbio gusto in cui, esentato da colpe, era ospite di Chet Baker e del Boto Brazilian Quartet. Non poteva di certo mancare il tradizionale omaggio alla terra dei suoi avi, terra alla quale è molto legato, ed ecco che si spalancano le porte del Belpaese con le note di una sentita versione di "Caruso" di Dalla, portata da Galliano come in una sfacciata passione da bordello parigino dei primi del '900, piuttosto che lasciarla davanti al mare della penisola sorrentina. Altro pezzo degno di nota è sicuramente "Heavy Tango", il quale, come suggerito dal titolo stesso, si impone all'attenzione dell'ascoltatore con un forte impeto e con un aggressivo approccio al Tango, dove la passione assume lo status di sofferenza. Il derby musicale tra Argentina e Brasile l'ho sempre trovato interessante tanto quanto quello calcistico. Galliano ritorna con i tanto amati Valzer Musette, e "Augusta", altro brano che porta la sua firma, nonostante sia meno incisivo e accattivantre rispetto "French Touch", è un brano melodicamente piacevole.

Chi lo compra non si porta a casa solo il cd audio, ma anche un gustoso dvd di un concerto registrato nell'estate del 2000 e in cui Galliano è impegnato con il suo trio acustico, che vede Jean Marie Ecay alla chitarra e Jean Philippe Viret al contrabbasso. In conclusione è un disco molto gradevole che non deluderà chi vuole avvicinarsi al mondo della fisarmonica Jazz, e non deluderà di certo gli amanti delle atmosfere del Maestro Galliano. Il secondogenito di mio nonno è stato un maschio, ma mio zio è negato per la musica: il Rock era solo un pretesto per far casino in gioventù. Richard Galliano è nato lo stesso anno di mio padre: mio padre doveva essere Richard Galliano.

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