Un sensuale balletto in punta di piedi... Peccato che la ballerina sia un lui...
Un sfida offensiva, un'innovativa quanto villana e sfacciata presentazione goliardica, un'esilarante sensualità distorta, tensione al limite della rottura e la musica a far da sfondo accecante.
Commedia, condanna, censura, contorsione e distorsione, innocenza (verginità) perduta e lussuriosa ricerca, novità stilistica e precocità musicale... Qualcos'altro???
Troppe cose e troppo grandi per riuscire a stare seri... Grottesca (quasi orgasmica) allegria in un malizioso e provocante abbraccio sonoro... AHAHAH... Cos'altro se no?...
Nell'affrontare certe "cose" la storia non aiuta... quasi non serve, l'innovazione non ha passato ne paragoni, l'importanza sta nei contenuti e non nei motivi... E qui di contenuti ce ne sono... AHAHAH... E' inutile... AHAHAH!!!
Nato nei primi anni '70 (1973) come scintillante e screanzata opera teatrale, nel 1975 approda sugli schermi senza chiedere il permesso, e il perbenismo esce dalla porta di servizio.
Richard O'Brien (autore di musiche e sceneggiatura) plasma l'eccesso per creare un'intrigante ed incalzante intreccio musicale (perché di musica, purtroppo, bisogna parlare), Rock'n'Roll, Prog Rock, Boogie, Soul-Blues, Gospel e Hard Rock si mescolano assieme in un calderone umido e piccante che sforna stupore e ironia, scandalo e novità, atmosfere malsane e corrotte.
Una colonna sonora che strappa sorrisi e timori, lacera, si comprime... Ti culla nei sogni per risvegliarti in un mondo di incubi, si trasforma nel giro di pochi istanti e non ti lascia nemmeno il tempo di capire che hai sbagliato ingresso e chiave.
Difficile, in un'opera del genere, riuscire a scindere l'aspetto visivo-cinematografico dall'aspetto prettamente musicale, le due cose camminano a braccetto per manifestare la perfetta alchimia tra testi (e quindi dialoghi e storia) e musica. Le atmosfere musicali sono il principale elemento e sovrastano prepotenti ogni considerazione oggettiva sul film.
Eccessivo, villano, visionario, brutale, fantascientifico, sessuale, omosessuale, disincanto e sognante, tetro romanzo musicale (e criminale) ricco di citazioni imbarazzanti... Tanto innovativo nella proposta quanto incendiario nell'incalzante arrangiamento sonoro.
Novità e meraviglia... Mamme, coprite gli occhi dei vostri figli, qui non c'è niente di gentile o educato... La rarità sta nell'unire maliziosamente e con calcolata cattiveria Sesso (le tematiche sono spesso incentrate su quello), Droga (visioni aliene paranoiche e psicopatiche aggressioni) e Rock'n'Roll come pochissimi sono riusciti a fare.
Si parte felici. Ariosi e vivaci spuntini Country-Rock-Pop-Prog in evoluzione, dai toni leggeri, ci accolgono alla storia senza riuscire a mascherare quel senso di inquietudine e pazzia... Forse avete visto o capito qualcosa, forse... Chi lo sa... La speranza permane, non era niente, si, non era niente... ("Science Fiction", "Dammit Janet").
Poi improvvisamente uno strappo, sempre con dinoccolata inconsapevolezza si va incontro ad una tetra e inquietante atmosfera in bilico tra Gospel-PsicoPop e fraseggi al limite del Gothic-Rock. Ci si presenta: piacere, la follia; piacere mio, l'inganno ("Over at the Frankenstein Place" con una giovane Susan Sarandon). Un metallico "riff" domina la scena e sembra di viaggiare per 5 anni avanti nel tempo. Paura, e lo credo, una tale scarica di ritmo risveglierebbe un morto (e forse lo ha già fatto), trascinante ballo corale e frizzante esplosine sonora (la stra-conosciuta e ultra-coverizzata "Time Warp"), tutto per presentarci il vero scandalo, la vera paura... La tensione sale alle stelle trasportata da una sensuale creatura metà Blues e metà Rock che grazie alla incredibile interpretazione di Tim Curry (Dr. Frank 'n' Furter) regala deviati sorrisi e terrificanti paure.
Volontà inamovibile e peccato originale (sostituirsi a Dio per il proprio piacere personale) sapientemente dosati nel nero contenitore del Soul più drogato e visionario ("I Can Make You a Man") si infrangono nel divertente, stralunato e luccicante Rock'n'Roll ("Hot Patootie-Bless My Soul") comandato dall'ingombrante Eddie (Meat Loaf).
Tra maliziosi ritmi da cabaret ("Touch-A, Touch-A, Touch me"), malati e agitati stacchi Blues-Rock "corali" ("Eddie"), tetri e teatrali assaggi di Hard Rock, Fusion e Blues-Soul ("Rose Tint My World"), si arriva allo struggente ed epico finale tra cori malinconici e assoli di chitarra e violini, ormai in estasi, che muoiono piangenti, abbracciati a quello che rimane del sogno di un alieno divenuto uomo per i suoi difetti...
Sogno, Speranza, Vittoria... Silenzio!
L'opera al tempo fu uno scandalo, nessuno si era mai azzardato a proporre in teatro (e tanto meno al cinema) una rappresentazione deviata e aliena arricchita da citazioni imbarazzanti (dal castello di Frankenstein alla mummia, alle scenografie extraterrestri da B-Movie anni 70), e contorni artistici (nel film appaiono diverse opere di Leonardo, Michelangelo etc...) caricandola, grazie anche alla colonna sonora, di una tensione sessuale al limite dello scandalo. Innovazione e censura, geniale!
Ps: Una curiosità: Richard 0'Brien, con il suo genio e la sua pazzia, decise di scrivere storia e musiche per affrontare una delusione. La delusione di essere stato malamente cacciato, a causa della sua presunta incapacità, da un altro Musical. Beh... Quel Musical si chiamava Jesus Christ SuperStar.
Forse è proprio vero... Il talento parla lingue nuove e meravigliose, ma non sempre, purtroppo, riusciamo a capirle.
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