Capita che quando un genio si mette a fare i balocchi nel suo studio, rilassandosi tra un tour e l'altro, sforni due ore di musica micidiale da cinque stelle marchiate sulla carne. Ma va bene, quando i risultati sono questi si accetta qualsiasi presupposto. È già accaduto con EX e il maestro della techno minimale Richie Hawtin si ripete un anno dopo con questo From My Mind to Yours, un album enigmatico: è una compilation o il nuovo disco? Tutti e due sostanzialmente, il mattacchione dell'Ontario rispolvera alcuni suoi moniker storici per creare una fittizia raccolta di brani per festeggiare il suo collega John Acquaviva e l'etichetta che hanno creato e gestiscono insieme, la Minus Plus 8. Ecco che quindi si fanno strada i vari Plastikman, FUSE, lo stesso Richie Hawtin e nuove entrate come 80xx, Circuit Breaker e Childsplay. Come ciliegina sulla torta assistiamo anche a un brano di Plastikman remixato da FUSE. Il delirio. Fortunatamente viene almeno risolto all'origine la tipica ambiguità della natura del materiale, considerando che Hawtin afferma fin dall'inizio che è tutta roba nuova; non che non si percepisca, ma la sincerità è sempre apprezzata.

Per me molto semplicemente questo è il suo nuovo album e i risultati sono oltre qualsiasi aspettativa: 15 brani interminabili per una durata totale interminabile (oltre due ore!) erigono un monumento nichilista e assolutistico al dio Hawtin, un mondo che può essere vissuto solo seguendo le sue regole. L'idea di mettere in piedi un disco formato dalle diverse sfaccettature dell'artista è un semplice pretesto per spaziare maggiormente con lo stile, che è sempre quello che conosciamo: una techno ispirata al sound di Detroit, algida, misteriosa, ma meno interessata ai viaggi mentali e psicotropi esplorati con il marchio Plastikman. Piuttosto viene evidenziato l'aspetto ritmico e più vicino al dancefloor, in modo che il tutto suona come maggiormente compatibile a una dimensione club, ovviamente con le debite proporzioni. In tal senso anche il materiale Plastikman non si aggancia ai temi di Consumed e Closer, ma piuttosto alla prima era di Sheet One, Musik e Artifakts. Meno contemplativo e più dinamico, un concetto subito esplicato nel brano più energico, Systematic (come Circuit Breaker), pura entropia in salsa techno che si muove minacciosamente tra sirene da ambulanza e un utilizzo sfrenato di tipiche soluzioni ritmiche di genere, via quindi a clapper, charge, crash, heavy hat e bassline acida 303 pronta a esplodere. Una goduria per gli appassionati, anche se per chi è abituato al marchio Plastikman potrebbe essere spiazziato da tutta questa energia e una formula tutto sommato piuttosto convenzionale, questo però non deve stupire più di tanto conoscendo l'eclettismo di Hawtin, da sempre diviso tra l'attività da DJ e quella più visionaria dello studio. Them con firma FUSE però rimette subito le cose al suo posto, rivelandosi istantaneamente come il migliore epsiodio dell'intero disco: 15 minuti mozzafiato giocati su linee 303 vorticose, cassa semplice e hat ai minimi termini. Nella seconda parte si lanciano in pista anche dei sinistri synth che contribuiscono a creare un'atmosfera decisamente tesa. Qui vediamo tutta la bravura e unicità di Hawtin, che riesce a incollare con il minimo sforzo l'ascoltatore per una durata irragionevole, senza mai annoiarlo, è un risultato che altri artisti nel genere possono solo sognare. Notevole comunque l'abilità tecnica, l'utilizzo della TB-303, tocca veramente nuovi picchi qualitativi, con una programmazione che definire contorta è riduttivo. Probabilmente dell'hardware analogico non è rimasto più nulla ed è il risultato di innovative tecniche di emulazione.

Tutti i brani mantengono un sorprendente livello qualitativo, cosa non comune per un disco così lungo e realizzato a due mani. La parte dedicata al moniker Plastikman come detto si allontana dalle atmosfere degli album maggiormente minimal e melodici, tutto è giocato sulla ritmica e il risultato non si discosta molto da opere come Helikopter e Spastik, giusto per dare un'idea del timbro. Brani dai nomi bizzarri, come Gymnastiks, Akrobatiz, Purrkusiv e Cirkus, non di presa istantanea ma in grado di rivelare livelli sempre nuovi a ogni ascolto. Per i nostalgici di EX c'è anche una piccola sorpresa, o almeno si fa per dire, visto he parliamo dei 10 minuti di EXpanded, brano dell'album rivisto da Hawtin per sincronizzarsi con lo spirito di questa raccolta fasulla. Le atmosfere sono quelle conosciute dell'album, ma la novità è l'arrangiamento hard techno completamente assente nel disco, si passa quindi da una formula maggiormente ipnotica a quella frenetica del dancefloor, anche se limitato al nostro cervello. Recuperando uno stile simile, troviamo anche Xtension di R.H.X., il secondo miglior episodio del disco dopo Them, stupende atmosfere conferite da tappeti sci-fi dove si muove una linea 303 appena accennata. Anche qui 9 minuti passano come un alito di vento, senza mai intravedere un accenno di noia. Notevoli anche le "new entry" 80xx e Childsplay, soprattutto il secondo,che attraverso Stretching ci offre una nuova inquietante personalità di Hawtin. Un altro episodio riuscitissimo del disco. Alla festa non vuole neanche mancare ROBOTMAN, moniker conosciuto solo dai sostenitori hardcore del musicista, che con Simple Simon si lega in qualche modo alle atmosfere di Consumed, ma sempre con una ritmica molto sostenuta.

Ti piace vincere facile potrebbe essere il motto di From My Mind to Yours, dirompente opera sospesa tra divertissement e testamento sonoro che definire esaustiva è rdiuttivo. Un album che non risente mai del peso della noia nonostante la durata spropositata, non perfetto in tutte le sue parti, ma dotato di picchi qualitativi mozzafiato che delineano la indubbia bravura del personaggio e l'unicità del suo universo musicale. Sicuramente molto adatto per chi non è molto avvezzo alle divagazioni mentali dell'artista e vuole godersi il suo lato più techno. Chi sa seguire le regole del gioco godrà a livelli impensabili. Considerando la non proprio abbondante quantità di materiale studio rilasciato da Hawtin, un colosso del genere è veramente imperdibile. 5 stelle rocciose.

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