Somalia, capitale Mogadiscio, ottobre 1993. La guerra civile ha ormai assunto le sembianze di una catastrofe umanitaria e il generale e “signore della guerra” Mohammed Farah Aidid è considerato la causa di tutto quello che sta avvenendo nell'arretratissimo stato africano. L'ONU decide di intervenire e con esso gli Stati Uniti che inviano diverse unità, tra le quali la “Delta Force” e i “Rangers”. E' giunto il momento di porre fine al regime dispotico e militare di Aidid. Il raggiungimento di questo obiettivo viene deciso in modo singolare: niente attacco militare massiccio, bensì un'azione pianificata della durata di circa mezz'ora e con un esiguo dispiegamento di forze. Un piano ben congegnato, pensato per evitare lo scontro frontale e catturare con celerità Aidid e i suoi fidati uomini politici. E' il corso degli eventi a stravolgere la situazione.

C'è uno sfondo umanitario e bellico in “Black Hawk Down”, un altro degli “esperimenti” di Scott, straordinario adattore di generi, nonché cineasta versatile, capace come pochi altri di rendere magniloquenti da un punto di vista visivo situazioni complesse per tanti altri registi. La pellicola in questione non è da meno e si percepisce il duro lavoro che Scott ha effettuato per portare sul grande schermo in maniera più realistica possibile, un avvenimento ingarbugliato, complesso sotto diversi punti di vista. Quindi va dato atto al caro vecchio Scott che la prova del realismo, unitamente alla difficile storia da raccontare, è stata superata in modo egregio.

Discorso leggermente differente per quanto riguarda la reale efficacia filmica: “Black Hawk Down” è a conti fatti un film corale, fatto non di singoli attori, bensì dell'unione simultanea di tutta una serie di personaggi spesso del tutto privi di qualsivoglia approfondimento psicologico. Se è vero che parte della critica ha individuato nella guerra il reale protagonista della vicenda, è altrettanto vero che da una lente di ingrandimento prettamente “filmica”, il lungometraggio perde compattezza ed efficacia nel suo ondivagare senza punti di riferimento. La sensazione che si percepisce è che nel voler porre in primo piano la Storia, Scott abbia perso di vista la linearità della sua creazione.

Black Hawk Down” è un film magniloquente nella semplicità del suo plot: una storia di guerra e soprattutto di uomini, pedine insignificanti in giochi e situazioni più grandi di loro. Ridley Scott con questa pellicola del 2001 ha confermato la sua innegabile capacità di adattarsi in modo multiforme a tanti generi diversi, riuscendo anche a mettere su un film dall'impatto visivo perfetto. Rimane il “problema” di una superficialità di fondo che purtroppo si percepisce, anche a causa della scelta di incentrare le oltre due ore del film su un action movie che a tratti risulta forzato e probabilmente anche fuori luogo. Ma al regista che ha partorito “I duellanti”, “Alien” e “Blade Runner” un difettuccio di questo genere si può anche perdonare.

2 Premi Oscar 2002: miglior montaggio e miglior sonoro.

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