Grazie alle infinite vie della comunicazione di massa possiamo venire a conoscenza in maniera quasi istantanea di ciò che accade in ogni angolo del globo, anche nel più remoto come, ad esempio le bellissime isole Barbados, terra natale della nuova "stella" del pop mondiale... no, non sto scherzando, è stata proprio definita così e come tale si sta comportando... ovviamente tutti avranno capito che si sta parlando di Rihanna. Ho cercato in tutti i modi di non farmi prendere la mano dalla voglia di scrivere tonnellate di merda sulla cara ragazzina, ma proprio non ci sono riuscito... spero di venire perdonato.

Dopo un album pressoché inutile ("A Girl Like Me") nel quale si era trovato di tutto, da una canzone-citazione di "Personal Jesus"dei Depeche Mode a dir poco grottesca, ad una arrapante dancefloor song come "S.O.S", per la banalità e bruttezza della quale si rabbrividiva subito dopo essere stati colpiti dal video molto sexy, ci si ritrova ora con questo "Good Girl Gone Bad" (anche se a me viene da dubitare che il titolo più appropriato per la sfolgorante neoprotetta di J-Z sia "Good Girl Gone Bed"). Togliamoci subito il dente e diciamolo senza mezzi termini, l'album è vuoto, vuoto, vuoto. D'altronde Rihanna non ha lo spessore della brava Amy Winehouse o la voce angelica-rabbiosa-suadente di Alicia Keys e cerca di difendersi come può, cioè utilizzando la sola cosa che davvero le si può riconoscere: la bellezza. Eccola dunque rotolarsi sui cofani di fuoriserie potentissime in "Shut Up And Drive", una finta canzone rock che, sebbene nel video mostri due chitarre ed un basso, è completamente ottenuta elettronicamente... roba che nemmeno Avril lavigne...

Perché tacere del tormentone scassamaroni "Umbrella", canzone che si può tranquillamente considerare la traccia dotata del testo più brutto oltreche inutile della Terra.? Mentre fa finta di stare sotto un ombrello aperto la ragazza canta sulle note di una musica che dovrebbe evidenziare i suoi gorgheggi, ma che altro non fa che restituire una sensazione di finzione come solo la parrucca con tanto di treccine di Dave Grohl in "Learn To Fly" sapeva fare. Per non parlare poi, dell'ultimo singolo, la già troppo sentita "Don't Stop The Music" (che titoli intelligenti ed impegnati! Mio Dio, mi sento male per il troppo sforzo cerebrale...). Memore del successo ottenuto con la sua prima hit "Pon The Replay" la bella barbadiana si ripete con un titolo a metà tra la disco anni '70 e la tamarrata più profonda, avvicinandosi ovviamente di più al secondo modello. Quando a metà del ritornello si sente "...don't stop the music dj let it play..." ci verrebbe voglia di suonarle di santa ragione a quel dj che, evidentemente, le ha provocato un forte choc stoppando la musica, costringendo noi, poveri tapini, ad ascoltare gli insulsi miagolii di questa pischella.

In conclusione, l'album fa cagare, senza mezzi termini. Commerciale e costruito come nemmeno i Take That hanno mai osato, fa infuriare qualsiasi appassionato di musica che si rispetti. Oltretutto non si può certo prendere sul serio una che cerca di fare la sexy con dei capelli che farebbero inorridire pure Goku e Vegeta.

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