Lassù nell'olimpo di chi comanda... c'è gente che pensa di sapere cosa piace alla massa. Creando un unico prodotto capace di monopolizzare l'attenzione di molti, capace di scalare le classifiche di tutto il mondo in maniera tale da far incassare alle Major o case di produzione tanti... tanti soldini.
La parola prodotto credo - anche se un po' forte- sia la più azzecata, perchè esplica in pochissime sillabe ciò che in realtà sono questi artisti: non altro che prodotti destinati alla vendita.
Ormai il nostro mercato ne è saturo e vuoi o non vuoi veniamo sempre a conoscenza di questi pseudo-cantanti.
I mostri sacri di questa categoria sono: Lady Gaga, Katy Perry, Rihanna, Justin Bieber, i fantomatici cantanti sfornati dalla Disney... e perchè no, anche i ragazzi sfornati come conigli da parte della meravigliosa signora Costanzo; ma la lista sarebbe troppo lunga.
Quindi oggi vorrei soffermarmi sulla signorina Rihanna.
Come tutti voi sapete ella se ne uscita con un nuovo disco, l'emblematico "Talk That Talk". Che fosse produttiva credo sia ovvio, ma un disco all'anno è troppo anche per lei.
Io non sono un suo fan, ne tanto meno gradisco il genere (cosa che risulta ovvia, data la mia prefazione) ma bisogna ammettere che la signorina a sfornato un discreto album che, non privo di difetti, si fa ascoltare con piacere. Senza troppo impegno. L'album è composto da 14 brani, di qualità altalenante ma assolutamente sopra la media dei prodotti sfornati dal resto dei colleghi della giovine e aitante Riri.
Si comincia con "You da one": discreto brano ma che si dimentica facilmente. E' apprezzabile il fatto di puntare su un ritmo per così dire... "caraibico" e quindi diverso da circa il 90% del resto proposto dai colleghi della sudetta. Si passa a "Where have you been", brano da discoteca, definibile truzzo, ma non del tutto marcio. Viene salvato da alcuni mugolii della cantante e dal ritornello forte, che sicuramente ne auspicherà il successo. Ci si presta davanti "We found love" primo singolo dell'album e secondo il sottoscritto, il brano migliore. Ottimo ritornello e piacevole per tutta la sua durata, colpisce subito per la sua melodia. "Talk That Talk" con ospite quel Jay-Z che riesce a distruggere tutto ciò che tocca. Ma il brano omonimo dell'album e discreto, ha un che di oscuro che incanta al primo ascolto ma che già al secondo stanca. Il prossimo è il brano più controverso, il titolo è "Cockines(Love it) un ibrido tra rap e reggatone che non prende proprio per la sua unicità, brano inascoltabile per il sottoscritto. "We all want love" brano semplice, con un ritornello che non entra in testa ma piacevole da ascoltare, un fatto positivo è che a d'un primo acchitto mi è parso di ascoltare un brano indie. Strano. Brano carino. Si vola con "Drunk on Love", ottimo brano con un beat degno di essere chiamato tale, il resto lo fa la voce della giovine."Roc me out" è un brano potente, non facile da piazzare, ma pur sempre piazzabile, con un ritornello che da carica e voglia di correre. Due brani uno dietro l'altro ottimi, cosa mi sono perso? Ma il sogno deve pur finire e finisce con prepotenza con un brano che definire brutto sarebbe veramente poco "Watch N' Learn"...semplicemente brutto. Ma poi accade qualcosa di mistico, la voce dolce di Rihanna inizia a piacerti e quando ascolti brani come "FareWell" ti sciogli e ti lasci cullare. Brano dolcissimo."Red Lipstick" è un brano coraggioso, non riconoscibile in altri sempre della stessa, ma che non ha un'anima e privo di phatos, vuoto.
Gli ultimi due brani innalzano l'album notevolmente, abbiamo una semplice ma efficace "Do ya Thang" capace di suscitare un pizzico di buon umore quando la si ascollta e in fine la potente "Fool In love" brano struggente, dedicato alla Mamma e al Papà della giovane Riri, che prende parecchio una volta ascoltato, il che implica un immediato riascolto.
Che dire un album degno di essere ascoltato, a volte si osa (e si aprezza) e si fallisce, a volte si rimugina sul passato (e si sbaglia) e si ha successo. Questo è l'album di Rihanna, un continuo osare e schiacciare sempre gli stessi tasti.
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