METAMORFOSI E METÀ NO.
(ovvero: dalla Star allo Starr)
Una mattina Gregorio Samsa, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutato in un insetto mostruoso. Era disteso sul dorso, duro come una corazza, e alzando un poco il capo poteva vedere il suo ventre bruno convesso, solcato da nervature arcuate, sul quale si manteneva a stento la coperta, prossima a scivolare a terra. Una quantità di gambe, compassionevolmente sottili in confronto alla sua mole, gli si agitava dinanzi agli occhi.
"Che mi è accaduto?" pensò. Non era un sogno. Si era trasformato in uno scarafaggio, o meglio ancora: in Ringo Starr, il più sfigato batterista mai baciato così tanto dalla fortuna.
Qualcuno doveva aver calunniato Ringo perchè, senza che avesse fatto niente di male, una mattina degli uomini in grigio decisero di fargli incidere l'ennesimo album di scarsa fortuna , tale "Choose Love" (talmente sfigato che uscì a pochi mesi di distanza da quello di Paul McCartney, oscurandolo così del tutto dai media!). Dopo di che cominciò quello che tutti definirono "Il Processo" a un uomo di scarse virtù e tanto, tanto e (ancora) tanto culo.
Il povero scarafaggio le aveva tentate tutte per alzarsi in piedi: oscillando sul dorso, puntando le zampette, con l'aiuto di piccoli balzi o facendosi pure aiutare da session-man con i contro fiocchi. Niente: il risultato era sempre quello. Lo scarafaggio non riusciva ad elevarsi a un rango decente e a far valere una sua dignità rispetto agli altri tre: che non ne avesse mai avuto una? Questo fu il pensiero terribile di quei lunghi e interminabili momenti.
A dire il vero, qualche annetto fa, una qualche dimostrazione di "statura artistica" l'aveva anche tiepidamente dimostrata con l'album "Ringo Rama" del 2003, ma siamo sicuri non fosse l'aiuto di gente del calibro di Eric Clapton, David Gilmour, Willie Nelson, Van Dyke Parks e il mitico contrabbassista jazz Charlie Haden ad avere fatto centro, più che le doti (!) naturali del nostro?
"Quando il sedicenne Ringo, che era stato mandato in America dai suoi poveri genitori, perchè una serva lo aveva sedotto ed aveva avuto un bambino da lui, entrò nel porto di New York sulla nave che aveva già rallentato, scorse la Statua della Libertà che aveva avvistato da tempo e...e..."
"Ohh, Svegliati Ringo" diceva nel sogno una voce suadente ma perentoria che usciva proprio dalla Statua di una Libertà (dal "mito-Beatles") mai ottenuta. "Svegliati Ringo, la tua porca figura l'hai già fatta 35 e passa anni fa... perché ci martelli ancora i cosidetti con dischi mosci e anonimi che nulla aggiungono (ma che semmai tolgono) alla tua Storia Musicale? Perché non te ne resti a casa a fare dell'altro in maniera più proficua e soddisfacente? Potresti "scegliere l'amore" come giustamente proponi fin dal titolo di questo album, no?! Nipotini da portare al parco? Gare di pesca? Pocker e PlayStation, proprio niente?! Sei così ancora bramoso di fama, successo e fans disposti, tra qualche anno, a strapparti il catetere sul palco? Non hai un briciolo di dignità e rispetto verso i fans che, a fasi alterne, ti hanno sempre sostenuto e oserei dire lautamente mantenuto?"
Queste era la voce che il povero scarafaggio udiva nel suo profondo io, e mille altri pensieri lo affliggevano fermo in quella posizione nel letto, incapace di raddrizzarsi in una posizione eretta soddisfacente e dignitosa per lui e per la Storia delle Musica.
Era tarda sera, quando R. arrivò. L'affermazione e la piena dignità erano immerse in una spessa coltre di nebbia e neve. Non si riusciva a vedere la collina di quel minimo riconoscimento individuale, nebbia e oscurità la circondavano, neanche il più debole bagliore di luce indicava il grande Castello. R. rimase a lungo sul ponte di legno che dalla strada maestra conduceva al villaggio, e guardò su, nel vuoto apparente.
Il Castello imponente degli altri tre scarafaggi era alto, dorato e irraggiungibile. Sapeva che ne aveva tutto il diritto anche lui ad entrarvici e che, in parte, questo castello era anche frutto del suo lavoro (!) ma... nel profondo del cuore, nel sottoscala della sua anima, sapeva che in fondo in fondo non se lo meritava appieno e avrebbe speso tutto il resto della sua vita a dimostrare la sua Statura Artistica, aimè, invano.
Infatti, non fu nemmeno questo "Choose Love" a risollevarne le sorti morali. Ancora una volta il prode R. non dimostrò niente o peggio, mostrò i suoi veri limiti di autore e artista sopravvalutato e perlopiù insipido, anche a fronte di collaborazioni di lusso (ancora? Ebbene si...) quali Billy Preston e Crissie Hynde.
Non c'è niente da fare, disse R., come 4° scarafaggio morirò nel ricordo esclusivo di essere stato "SOLO" un Beatles, punto e basta. Uno che non si levò mai il fantasma degli altri tre (evocati ANCHE stavolta nei brani "Oh My Lord", chiara citazione al successo di Harrison o al brano "The Long and Winding Road" presente come citazione nel brano che dà il titolo al disco, per non parlare dei continui riferimenti sonori al passato eroico dei/l nostri/o).
C'era solo un piccolo dettaglio.
Erano passati più di 35 anni e il mondo era andato spaventosamente avanti.
La parola "avanti" a lui non suggeriva assolutamente nulla. Ebbene, mentre il mondo DI QUA viaggiava ad un'altra velocità, il Ringo era rimasto fisso DI LA' (forse non a torto, aggiungo io) ai sogni del bel (!) scarafaggio che fu nei bei tempi che furono.
E da allora il povero R. non si è ancora svegliato e aspetta che quel bellissimo sogno di scarafaggio, che aveva vissuto anni addietro, cessi una buona volta per rivestire finalmente i panni dell'uomo che pensava di essere: dalla Star allo Starr.
Non sapendo aimè, che molto probabilmente "uomo" non fu mai stato: nacque scarafaggio e morirà (un giorno) scarafaggio, schiacciato per sbaglio dal piede della sua stessa fama.
*) Questa recensione contiene estratti da "La Metamorfosi", "Il Processo", "America" e "Il Castello" di Franz Kafka (1883 - 1924) ed è stata scritta rispettando lo stile originale dell'autore. (E poi dicono che non so' fare il serio se voglio, tsh... riflessioni e commenti anche su: http://www.thepunishersblog.splinder.com/
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