In principio ci fù un ex Beatle.

O meglio un ex Beatle e la sua passione per il cinema

In principio ci fù Ringo Starr, ovvero:

  • l'unico dei Beatles ad essere ancora vivo (se si crede alle leggende su Paul McCartney)
  • il meno talentuoso dei Beatles
  • il più "multimediale" dei Beatles
  • il Beatle con la telecamera (come Boldi in quel film sui pompieri di qualche anno fà)

Insomma, in principio ci furono Ringo, la sua telecamera, e la sua voglia di ripetere il successo e le ottime critiche (scherzo, chiaramente) ricevute anni prima, nel 1967, per la regia di Magical Mystery Tour.

Questa volta, con il pulmann psichedlico mandato in pensione con tutti i Fab Four, i passeggeri folli, il nano e la grassa zia, Ringo ci riprovò e si impegnò nelle riprese di questo docu-rock che intendeva ritrarre live l'apogeo del nuovo astro della musica Made in England di quei primi anni settanta, dal nome oggi ormai quasi dimenticato: Marc Bolan.

Chi era Marc Bolan?

Bè, immaginate un incrocio fra i nostri Renato Zero (per il trucco), Rino Gaetano (per la musicalità e per il cilindro, le giacche colorate, ecc) e ... Stefania Rotolo (chi se la ricorda?). Oppure immaginate una specie di Harry Potter dai lunghi capelli ricci che al posto della bacchetta magica preferiva imbracciare una chitarra.

Fatto sta che dal 1967 erano passati 4 lunghi anni ma in quel periodo, per la prima volta dal tempo dei Beatles, l'Inghilterra viveva un nuovo stato di delirio popolare. I T.Rex e Marc Bolan, le sue ballate, i suoi boogie, le sue sfrontate provocazioni (il timido passato folk acustico dimenticato) erano un fenomeno di massa sotto l'attenzione di tutti. L'usurpatore della corona Glam David "Gloden Dawn" Bowie era ancora distante.

Tutto questo Ringo decise di conservarlo per i posteri in questo film che, diretto con tutto l'affetto di un Pigmalione nei confronti di un suo discepolo prediletto, va considerato soprattutto un documento storico, oltre che molto utile per chi voglia conoscere meglio la figura di Bolan. Insomma un "reportage" dal fronte caldo della Bolanmania, con varie chicche.

Come quel pezzo di concerto in cui Marc suona e canta un pezzo di Elvis accompagnato dallo stesso Starr alla batteria e da Elton John al piano. Oppure quello in cui dei fans scatenati vengono allontanati dal palco (uno di essi sarà forse quello citato da Bowie in "Lady Stardust"?) durante una esecuzione di "Telegram Sam". Oppure quel piccolo intermezzo buffo con Bolan che interpreta in sequenza "Jeepster", "Cosmic Dancer", e "Get In On" in formato "agreste ed acustico" accompagnato da un quartetto d'archi alquanto bizzarro. Fino alla chiusura del film che documenta una esecuzione, questa volta elettrica e tiratissima, ancora di "Get In On", con tutti componenti dei T.Rex a picchiare duro sui propri strumenti e a Bolan a tirare fuori i suoi mitici urlettini e a masturbare le corde della sua Les Paul.

Quello che chiaramente non è documentato in questo film, perchè Ringo mai avrebbe potuta immaginarla, è la morte assurda che incontrò Marc Bolan nel 1977, proprio nel momento in cui la sua stella, da un pò di anni offuscata dopo un periodo di grandissimo splendore, sembrava sul punto di tornare prepotentemente a brillare nella costellazione Punk.

A questo punto io ho una domanda.

Perchè si muore?

Si muore perchè se tutti continuassimo a vivere in eterno non ci sarebbe posto sulla Terra per nuove nascite e per la ricombinazione genetica necessaria per l'evoluzione del genere umano.

Perchè si muore?

Si muore perchè a volte si diventa stanchi di vivere.

Perchè si muore?

Perchè lo fanno tutti.

Perchè si muore?

Perchè ci si dimentica da molto piccoli di essere nati immortali.

Perchè si vive?

Per omaggio e per conto di tutti quelli che avrebbero voluto vivere in eterno e sono vissuti solo il tempo di desiderarlo.

E FANCULO alla morte...

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