Nell'ottobre del 1969 Ringo Starr ha ben poco da fare. I Beatles non esistono più di fatto ormai da un bel pezzo; i suoi colleghi sono tutti impegnati in lavori solistici, tra un Harrison alle prese con "All Things Must Pass" e un McCartney che ai tediosi uffici dell Apple preferisce ormai la sua casa in Scozia. Cosa fare dunque? Occuparsi dei conti disastrosi della società? No Ringo non ne ha per nulla voglia e nemmeno le capacità per rialzare miracolosamente i bilanci dei settori più in perdita della casa della mela verde. Ecco che gli viene in mente di mettere le mani su un disco solista. La sua scelta però non riguarda del materiale inedito scritto da lui, buttato giù con il sudore della sua fronte come con "Octopus's Garden" dopo un'illuminazione avvenuta nella brulla terra di Sardegna. No, si tratta di canzoni degli anni '20, '30 e '40, vecchi standard d'oltreoceano amatissimi dalla famiglia Starkey.
"Amo veramente quella vecchia musica" dice Ringo e poi "la mia mamma sarà contenta se canto quelle vecchie canzoni". Ecco che gli studios della EMI vengono occupati fino a Marzo del '70 per mettere insieme "Sentimental Journey" con il preziosissimo aiuto di George Martin e della sua orchestra. I due si mettono a tavolino e scelgono una dozzina di brani, tra uno di Cole Porter, "Night An Day", uno cantato in origine da Doris Day (la tiltle track) e molti altri per far venire fuori la base del disco. Martin con i contributi di McCartney, Maurice Gibb e altri riarrangia tutto e Ringo ci mette la sua voce. Nonostante il drummer non sia un cantante dalle spiccate doti il lavoro alla fine viene completato.
"Sentimetal Journey" esce poche settimane prima di "McCartney" e "Let It Be", vende molto ma lascia di stucco i fan. Nessuno si aspettava un esordio simile nel '70 in piena epoca rock. Quindi Ringo sorprende tutti, la critica rimane incredula e non riesce neanche ad affossare il disco come vorrebbe. Il batterista nasone ha mosso i primi passi, molti timidi, verso la sua carriera solista.
Ascoltato oggi è piacevole, Ringo s'impegna ma il disco viene salvato dal grande stile di George Martin e la carica della sua orchestra.
Carico i commenti... con calma