Lasciato alle spalle il semi-anonimato, Rino Gaetano si avvia sempre più verso il successo. Dal 76 all'80 pubblicherà album con scadenza annuale, tutti di ottimo livello. "Aida", pubblicato nel 1977, è più ritmato e vario dei precedenti 2, con più collaboratori e con una miglior produzione. Purtroppo tra i 3 cd che possiedo di Rino, questo è quello che apprezzo di meno: al contrario di "Mio Fratello è Figlio Unico" e "Nuntereggae Più", non tutti i brani sono memorabili, alcuni potevano essere sviluppati meglio, sembrano più degli abbozzi, probabilmente scritti in fretta.

La title-track apre il lavoro: proseguendo un'intuizione già sviluppata in "Sfiorivano le Viole", del precedente lavoro, in questa ballata, impreziosita dai soli di sax, Rino racconta la storia del '900, tra Marlene, Charlot, la Costituente, svastiche e il gran conflitto, e su tutto questo c'è lei, Aida, di impareggiabile bellezza. Segue "Fontana Chiara", quasi totalmente strumentale, resa melodicissima dal pianoforte e dalla sezione d'archi, che duettano all'unisono per tutto il brano. Il Rino Gaetano più satirico emerge in "Spendi Spandi Effendi": una allegra melodia fa da sfondo per un testo injcentrato sul tema del rincaro petrolifero "Ti sei fatto il palazzo sul Jumbo/ noi invece corriamo sempre appresso all'ambo/ ambo terno tombola e cinquina/ se vinco mi danno un litro di benzina", e dietro a tutto ciò ci sono i ricchi sceicchi orientali, che si sfregano le mani per la contentezza. Un brano ancora attuale nonostante 30 anni d'età.
Il testo di "Sei Ottavi" sembra quasi una favola da raccontare la notte ai bambini, tra notte stellate, montagne imbiancate e principi azzurri, cantata da Rino e da una voce femminile, su una musica quasi medioevale, con chitarre acustiche e flauto in evidenza. La storia di un amore finito, e lo sconforto dell'amante scaricato, fanno da sfondo per "Escluso il Cane": la voce graffiante e potente di Rino sfodera una prestazione ottima, sembra proprio di sentire i pensieri di questo innamorato, mentre vaga solo per le strade buie di notte, accompagnato soltanto dal proprio cane. "La Festa di Maria" è un'altra canzone triste, dal sapore spagnoleggiante. Pieno di doppi sensi il testo, "Solo lei ce l'ha/ solo lei la sa dare/ ma non è la festa mia/ è la festa solamente di Maria". Se fino ad ora l'album si è assestato su ottimi livelli, gli ultimi 3 brani sono un po' sottotono. A cominciare da "Rare Tracce", un r'n'b con un cantato quasi rap, in cui Rino mette a nudo il logorio della vita moderna, il cui effetto è quello di renderci tutti piatti e simili. Blueseggiante è invece "Standard", che anticipa ciò che renderà famosissimo il testo di "Nuntereggae Più", abbinare nomi di persone famose in modo sarcastico e dissacrante ("Juan Lyon's, July Andreotten ,Halde Moore, Emyle Coulombe, Maryanne Roumorh, Donaccatten, Fanfonfanfan, Papammontin"). Chiude "OK Papà", che si apre col ritornello di "Aida", per poi trasformarsi in un altro brano dalla melodi allegra e scanzonata, e dal testo anticonformista e punzecchiante, dal divertentissimo ritornello, quasi demenziale, cantato da un coro di bambini.  

Mentre scrivo questa recensione, su Rai Uno stanno dando una miniserie sulla storia di quel grande artista che fu Rino Gaetano. Un altro segno che questo piccolo grande "grillo parlante" non è ancora stato dimenticato.

VOTO = 7

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