Proprio nelle scorse settimane è stato reso disponibile il loro sesto disco "Endgame", ma oggi faremo un viaggio a ritroso nel tempo fino ad arrivare al 2001, anno che vide l'esordio dei Rise Against con "The Unraveling".

Il tempo trascorso dall'uscita di questo disco si fa sentire sopratutto in termini di sound, se paragonato con le ultime uscite del gruppo. L'unica cosa che il seguente ha in comune con l'ultimo lavoro è di avere una propria title-track a differenza del resto della produzione.

Qui abbiamo quattro ragazzi provenienti dal polo di Chicago (una delle scene nevralgiche a stelle e strisce dopo le immortali New York e Los Angeles), che tirano fuori dai loro strumenti un onesto e diretto punk hardcore new school senza troppi fronzoli e arrivando dritti al punto.

Sicuramente la band che più li accomuna per diversi aspetti sono gli Strike Anywhere dei primi lavori, sebbene quest'ultimi stiano in fatto di coinvolgimento emotivo almeno dieci scalini sotto al gruppo di Tim McIlrath.

I Rise Against sono conosciuti per la forza delle loro opener e qui "Alive And Well" non sfigura al confronto delle future, essendo una tra i migliori pezzi del quartetto a distanza di anni. Quest'ultima è stata anche inserita a sorpresa nella scaletta del concerto tenuto a Londra per la presentazione del nuovo disco, e trasmesso in diretta streaming sul loro myspace.

Si può dire che il trittico iniziale "Alive And Well - My Life Inside Your Heart" e "Great Awakening" porta alla luce le qualità del combo, essendo anche già abbastanza esemplificativo della proposta in sé.

Tuttavia la lista dei pezzi migliori sarebbe decisamente lunga e sarebbe difficile stilarne una definitiva e oggettiva, ma pezzi come "401 Kill" con il suo bel midtempo e un finale da incorniciare, "Reception Fades", "Sometimes Selling Out Is Giving Up" o la bonus track "Join The Ranks" si faranno ricordare senza incertezze.

Una nota particolare va all'altra bonus la spettacolare "Gethsemane" dal riffing incisivo, che dopo una prima parte relativamente lenta, prende velocità e esplode con degli screaming che arrivano al momento giusto, ad accrescerne esponenzialmente il valore. Il disco risulta essere molto vario con brevi assalti all'arma bianca alternati a cadenzati brani punk-rock, che tuttavia non sono la stessa cosa di quelli di "Appeal To Reason"!

L'unico vero momento di tranquillità di tutto il disco è l'inizio e il breve break centrale di "Everchanging", unico pezzo dall'ipotetico potenziale radiofonico.

Quel che sorprende qui è sicuramente la coesione e la maturità raggiunta per una band che si era formata poco tempo prima, con un disco tutt'altro che acerbo, ma anzi che prepara il terreno per l'esplosione del successivo "Revolutions Per Minute" che riprende il discorso dove  "The Unraveling" lo interrompeva.

Una produzione che è quella che deve essere per un disco del genere: sporca e non patinata, in cui risaltano il sound abrasivo e secco della chitarra, nonché il drumming martellante. La voce di Tim McIlrath già qui dimostra tutta la sua forza, con una prestazione mai statica, ma linee vocali piene di sfumature e sensazioni diverse, capaci nel giro di qualche secondo di passare da una voce calda e pulita a toni più aspri e accesi.

Il disco che ha portato i Chicagoani al successo almeno in America sarà solo il terzo, ma è interessante andare a riscoprire le origini di una band, ma in questo caso non per mero fattore statistico, anzi, per chi ama un sound meno ricercato e più classico, questo disco potrebbe essere anche il loro migliore.

Fate la vostra scelta.

Note:

Il disco venne ristampato dalla Fat Wreck nel 2005. In questa nuova edizione vi è la presenza di due bonus track. La versione da me presa in esame è quest'ultima.

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