Sono costretto a scaricarli per ascoltarli ma gli darei volentieri un centone per continuarli a farli “faticare”. Deturpo un'arte che sono impossibilitato ad alimentare, e me ne faccio un dramma.
"Dangerous Journey" è uno di quei pezzi che metterei in loop tutta la vita alle orecchie Petrucci, Myung e Portnoy e derivati, con vari intramezzi di voce che recita: come scrivere un Brano Prog, Come suonare un Brano Prog, Come Cantare Un Brano Prog.
La suite suddetta vale da sola il viaggio Hemulico. 26 minuti fra Folk, Electro, Psichedelia, un amalgama straordinario, con piacevoli (specie all'inizio) cadenze Easy listening. Non vuole mai essere avanguardia ostentata - e di fatto non lo è -, l'orchestra si “limita” a raccontare senza prevaricazioni strumentali di sorta, tutto si sussegue con emotività espressiva nei tocchi armonici che non risultano mai stucchevoli o fuori luogo. Se non fosse per il missaggio un po' chiarificatore sembrerebbe scritta al momento, musica come ambiente che racchiude le vicende, sinestesia verso ciò che si prova in quel determinato posto o determinato momento. Ne esce fuori una fiaba d'incanto, tutto mi riporta alla colonna sonora in-game di FF VIII tenete presente? Poi vabè sarò melenso e sdolcinato io ma il pezzo mi ha colpito a fondo, forse fra un anno ne avrò un ricordo appannato ma ora è una vera e propria farfalla allo stomaco; posso permettermi cadute di stile in periodo di innamoramento o no?
A voi il resto dell'album, spero che l'incipit basti. I nostri non sfigurano nemmeno alle prese con il crunchy (Waiting By the Bridge,) o ricercati contrappunti armonici (Title Track).
Speriamo di tenerla ancora a questi fasti la cara Scandinavia, sarà il freddo polare, la nomea di popolo piu depresso del pianeta, ma è un nido dove trovo quasi sempre calore.
voto 4,5
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