La sua carriera più che ventennale (debuttò nel 1983 sul primo album di Chris Impellitteri) è costellata di grandi prove sugli album dell'amico Impellitteri ("Crunch" e "Screaming Symphony" tra gli altri), nonché la collaborazione con Axel Rudi Pell, ma l'apice artistico Rob lo sta toccando da qualche anno con questo suo progetto solista.

Il tema principale della sua ultima produzione si deve ad una riflessione di Rob: il giardino di Eden descritto nella Bibbia, era un posto dove tutto era perfetto e invece ora ci troviamo in un mondo devastato dalle stesse mani dell'uomo, mondo che, essendo in contrasto con la perfezione di Eden, Rob definisce appunto "giardino del caos".

Il suo marchio di fabbrica è un heavy metal molto sfaccettato, che passa da episodi dall'incedere decisamente molto veloce (al limite del thrash metal), come la potente opener "Garden of Chaos", a brani dove troneggia un heavy molto diretto e senza compromessi come ad esempio in "This time is the last time" e nella più veloce "Metal breed" dove Rob sfodera un cantato molto graffiante. Altri brani degni di nota sono: "Spirit in the sky" e "Millennial Reign", dove gli acuti di Rob fanno spesso capolino nelle trame heavy cadenzate e potenti. Nel complesso i brani non cadono mai in cose già sentite, ma restano sempre su standard molto ispirati e freschi e con un cantato sempre variegato con bridge ed assoli mai banali. Anche i brani non citati sono comunque splendidi, ma ho preferito nominare quelli per me più caratteristici. L'album si chiude con "Ode to Alexander" che è una ballad melodica scritta insieme alla moglie e dedicata al figlio (che adesso ha circa un anno); in pratica è una lettera d'amore al figlio Alexander nella quale Rob esprime i suoi sentimenti per il figlio, l'amore di una padre per suo figlio è veramente strappalacrime o quanto meno a me le parole di questa canzone fanno commuovere.

Cito volentieri il lavoro Carl Johan Grimmark alla chitarra, Andreas Olsson al basso e Andreas Johansson alla batteria tutti tecnicamente ineccepibili e della eccellente produzione affidata allo stesso Rob e a Roy Z.

In conclusione l'interpretazione di qualsiasi brano è sempre data da con un tocco speciale che lascia veramente stupiti dalla varietà e dalla ricchezza interpretativa che Rob riesce a dare ad ogni canzone, caratteristiche che spiccano maggiormente rispetto ai già ottimi lavori con Impellitteri che invece lasciavano più spazio alla bravura di Chris alla chitarra. Non è una novità la fede cristiana di Rob che si nota nei testi, ma che non scade mai in sterili proselitismi da predicatore, che sicuramente potrebbero infastidire sia chi crede che chi non crede in Dio.

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