Una volta terminato, quando quel finale secco e lapidario ha lasciato spazio ai titoli di coda, sono andato a pisciare e per quanto sia poco fine dirvelo devo ammettere che è stato un gran scrosciare! La vescica, infatti, reclamava un cesso fin dal decimo fiammifero accesso dal detective Philip Marlowe e da quel punto in poi, quello in cui il pensiero di una cascata si è insinuato sempre più prepotentemente nella mente, ne avrà inceneriti altrettanti quel gran bastardo con la cravatta sempre annodata. Molto più leggero mi sono fatto trasportare dai piedi in camera da letto, ma dopo una decina di minuti in posizione orizzontale ero nuovamente davanti al pc, armato di una tazza fumante di caffè nero, pronto a guardare nuovamente "Il lungo addio" che ora vi provo a raccontare.
La figura del detective privato di Raymond Chandler ha sempre solleticato il palato di Hollywood e così per 4 decenni in molti (Bogart e Mitchum le uniche prove recitative che ho visto) si sono cimentati nell'interpretazione dell’affabile figlio di puttana sarcastico, brillante ed impassibile. Un Elliot Gould in formato "M.A.S.H.!", sotterra le loro performance sotto tutti i punti di vista. I comprimari che lo accompagnano, se così si possono chiamare, sono di livello e tra questi spiccano i coniugi Wade: la memorabile interpretazione di uno scrittore indomabile, alla Hemingway, di Sterling Hayden e la sensuale Nina Van Pallandt nei panni della dark lady.
Il film, seppure goda di una trama abbastanza complicata e tortuosa, manca quasi completamente di tensione ed è accompagnato da una malinconica ed ipnotica colonna sonora che verrà ripresa continuamente in diverse salse. Il lavoro procede liscio con il passo sicuro del detective per una pellicola fatta a regola d‘arte con i giusti tempi, un congruo numero di battute riuscite ed una regia esperta capace di arricchire un ottimo copione con l'attenzione ai particolari. Le fotografie dei fiammiferi che si accendono là dove capita, con una cadenza regolare quasi rassicurante, sono istanti fugaci di rara bellezza. Brevi scene si alternano a sfumature sarcastiche, impennate violente quanto inattese, fino al finale che non ti aspetti, che Chandler manco aveva scritto, capace di lasciare di sale per rapidità, intensità e forza come un bel cazzotto piantato sul naso.
Non mi ricordo dove di preciso, ma sul web ho letto che la pellicola cambia leggermente la trama rispetto all'omonimo libro dal quale prende spunto. Devo ringraziare quel sito perché mi ha fatto venire voglia di leggere il noir per potermi fare un’idea ben precisa a riguardo. Detto questo la sceneggiatura di Brackett non svia leggermente dal testo originale, ma lo prende a mazzate sulle rotule facendogli partire per la tangente cartilagine, menischi, legamenti e tendini. Pipe, infatti, si trasformano in sigarette, omicidi diventano suicidi, love story si perdono nelle onde oceaniche che magicamente fanno emergere sulla battigia gangster, gatti e vicini di casa mai partoriti dalla penna di Chandler. E perfino il finale viene stravolto: Marlowe da un antieroe bastardo, ma a suo modo leale e buonista seppur succube degli eventi, riesce a riscattarsi diventando un accanito sostenitore della legge del taglione.
Il lavoro di Altman è superbo proprio perché seppur mutando profondamente un grande romanzo riesce a mantenere inalterate le caratteristiche fondamentali del noir di classe (la fotografia opaca e quasi fumosa di Zsigmond è in perfetta simbiosi con il libro) e rende al meglio, con qualche scena e dialogo scritto ad hoc, una figura che Hollywood non era mai riuscita a centrare completamente nonostante gli innumerevoli sforzi profusi.
Ieri sono passato in libreria a fare il mio solito giro settimanale; con le mani in tasca mi sono diretto verso la sezione DVD ed inaspettatamente alla lettera "S", che bella sorpresa! Ho girato il sottile rettangolo per memorizzare il prezzo, l'ho rimetto al suo posto, e chissà; forse uno dei prossimi 27, quando il potere d’acquisto del mio scarno stipendio sembrerà essere più grande di quello che in realtà è, potrei anche portarmelo a casa.
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