Uscito nel 1971, a pochi anni di distanza da due pietre miliari del genere (Il Mucchio Selvaggio e C'era una volta il West), McCabe & Mrs. Miller di Robert Altman è agli antipodi del concetto di west cui Leone e Peckinpah si sono ispirati. Antieroico e nevoso (nulla a che vedere con Il Grande Silenzio, per carità), I Compari , così è stato inspiegabilmente tradotto in italiano, è un western anomalo: goffe sparatorie e sbruffonate; onore e amicizia vanno a farsi benedire; pistoleri insensatamente malvagi (nulla a che vedere con la ferocia degli spaghetti western, spettacolare e macchiettistica); il tutto filtrato attraverso la sensibilità di un regista attento sempre ad una rappresentazione che sia naturalistica, spontanea e non semplice messa in scena.
Warren Beatty è lo straniero senza nome di turno che giunge in un nascente villaggio di minatori per costruirvi saloon e bordello. Lo si crede un pistolero di razza, e viene accolto dalla comunità entusiasta dei suoi racconti e dei suoi progetti. Si associa alla maitresse Julie Christie/Mrs. Miller, anche lei salita da valle a quel villaggio sperduto tra le montagne, che gestirà per lui il casino, mentre McCabe/Warren Beatty si dedicherà al saloon. Via via che la storia si dipana scopriamo che McCabe in realtà "non è nato cuor di leone" mentre Mrs. Miller diventa sempre più il suo punto di riferimento, sia da un punto di vista affaristico che affettivo : è sicura di sé, positiva, astuta, esperta. Il giro di boa avviene quando si scopre che i terreni sui quali McCabe ha costruito il suo piccolo impero economico celano una ricca miniera, e i padroni a valle si interessano di quel piccolo villaggio. A John McCabe viene offerta una considerevole cifra perchè venda quei terreni, ma egli, nella speranza di giocare al rialzo, rifuta più volte nonostante Mrs. Miller gli consigli di accettare subito perchè sa di cosa sono capaci "quelli lì". Quando si accorge di aver tirato troppo la corda, scopre che è troppo tardi: in paese sono arrivati tre pistoleri al soldo di chi vuole a tutti i costi le sue proprietà. Il duello finale (silenzioso e felpato) è un capolavoro di vigliaccheria, dall'una e dall'altra parte.
Splendidamente fotografato dal talentuoso Vilmos Zsigmond ("La dalia nera" e "un tranquillo weekend di paura"), 'I Compari' è forse il capolavoro nascosto della filmografia di Altman. Julie Christie, una delle più belle apparizioni cinematografiche di sempre, banalmente sfruttata nel Dottor Zhivago qui è una gioia per gli occhi. Warren Beatty un perfetto millantatore. Ma il tocco in più sono le canzoni di Leonard Cohen scelte da Altman (che adorava Lenny) come unico commento musicale: "Winter Lady", "The Stranger Song" e "Sisters Of Mercy". Keith Carradine fa una breve-tragica-comparsata, ed interpreta l'unico personaggio attaccato ancora al mito del west. Il film lo si può leggere anche come parabola in negativo dell'american dream, ma sarebbero chiacchiere oziose.
Non prendete altri impegni se lo mandano in onda.
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