Ogni tanto anche noi qui in Friuli possiamo godere di buona musica.
Robert Fripp, uno dei più grandi e rivoluzionari guitar hero della storia della musica, è stato uno dei numerosi artisti presenti all'Udin&Jazz dell'edizione 2006, ma questa volta non come membro dei King Crimson, né in veste del solito guitar hero "sborrone", ma come Maestro di chitarra.
Già perché forse non tutti sanno che lo zio Fripp, dopo lo scioglimento della seconda formazione dei King Crimson ha formato la fondazione Guitar Craft, una scuola di chitarra dove questa non è solamente uno strumento per esprimere emozioni proprie, ma è anche un mezzo per la crescita personale del musicista, della sua dimensione umana, grazie a varie influenze filosofiche e tecniche di concentrazione come lo yoga, il tutto abbinato al metodo recitativo Alexander, che permette di esprimere le emozioni degli artisti non solo tramite la limitata capacità sonora, ma anche sfruttando il corpo e i suoi movimenti.
In questa scuola vengono usate delle chitarre acustiche molto piatte, quasi quanto una chitarra elettrica, ma dal suono incisivo e armonico. Queste sono le "Ovation", accordate con l'accordatura per quinte inventata dal Maestro Fripp, ovvero la "New standard tuning", la quale richiede una notevole diteggiatura sia della mano destra che di quella sinistra, spiazzando oltretutto l'attenzione dell'ascoltatore non abituato, che sente per la prima volta questo tipo di accordi.
Hernan Nunez, Martin Schwutke, Ignacio Furones, Leonardo Requejo, Daniel Arias, Fumihito Hatano, Mariana Scaravilli, Shinkuro Matsuura, Luciano Pietrafesa. Questi sono i nomi degli allievi del signor Fripp che il 24 giugno si sono esibiti al Palamostre di Udine sotto il nome The League Of Crafty Guitarists.
I nove chitarristi apparivano sul palco sempre tutti vestiti con dei semplicissimi abiti in tinta unica nera, in fila uno dietro l'altro, in rigoroso silenzio, per posizionarsi nelle nove sedie poste leggermente a semicerchio. Iniziavano ogni volta "passandosi le note", ovvero suonando una nota e muovendo il manico della chitarra verso il centro con un movimento armonioso e lento davano la possibilità al chitarrista successivo di "dire la sua", ovvero di fare altrettanto. Finito il "giro di presentazioni" ecco che uno alla volta cominciava a suonare la propria musica, la quale, associata agli altri componenti della Guitar Craft, formava un insieme di punti di vista e di emozioni ben interlacciati tra loro, difficilmente apprezzabili se scomposti.
Il gruppo era formato da dei piccoli sottogruppi di due, tre o quattro persone che suonavano nella stessa maniera, ma questi cambiavano ogni qualvolta mutava il tempo della canzone, formando quindi nuovi sottogruppi con differenti persone al loro interno. Questi sottogruppi potevano essere notati sia guardando il movimento delle mani dei musicisti, ma anche in un modo ancora più semplice, il quale dimostrava la loro capacità espressiva attraverso la recitazione, attraverso quindi l'uso del proprio corpo per esprimere le proprie emozioni. Quest'altro metodo per scoprire i sottogruppi stava nel fatto che i membri di questi si guardavano l'un l'altro (o la chitarra dell'uno e dell'altro) in continuazione, denotando quindi una condivisione che andava oltre alla uniformità del pensiero, ma che riusciva a creare un profondo legame all'interno di questo gruppo.
Robert Fripp aveva unicamente la parte di introduttore. Ogni qualvolta il gruppo dovesse entrare, il grande chitarrista si esibiva in suoni alieni e sbalorditivi che provenivano dalla sua Gibson Les Paul. Suoni dai timbri aspri e distorti, da lui chiamati Frippertronics, che in alcuni casi sembrano lamenti di sirene, talvolta violini e a sprazzi pare pure di ascoltare un flauto anziché una chitarra, sono il carattere dominante dei momenti in cui il grande guitar hero si esibisce in solitaria. Grazie all'utilizzo dei registratori a bobina Revox riesce a sbalordire il pubblico con effetti in loop che attribuiscono all'atmosfera quei caratteri psichedelici che trasportano l'ascoltatore in un'altra dimensione, in un sogno, in lande deserte in cui paure e desideri si mischiano per rilassare la mente dalla sua continua produttività. Questa tecnica venne appresa assieme al collega Brian Eno intorno agli anni '70 ed influenzò notevolmente la musica dei Re Crimensi (uno dei migliori esempi è Moonchild presente nell'album d'esordio del gruppo) e tutta la musica elettronica degli anni '70-'80.
Oltre alle varie tracce presenti nell'album del 1986, intervallando i vari pezzi con entrate e uscite degli allievi ed esibizioni del Maestro Fripp, la League Of Crafty Guitarists si è esibita in una sbalorditiva versione acustica di VROOOM, che ha letteralmente fatto impazzire il pubblico presente in sala, ed una versione non amplificata di uno dei pezzi della Guitar Craft.
Il concerto si è concluso con un'ovazione per i nove chitarristi (proprio come c'è stata un'ovazione quando il grande Robert Fripp ha fatto il suo ingresso in sala, dovendosi quindi inchinare davanti ad pubblico che lo ha applaudito per diversi minuti), i quali hanno successivamente fatto il giro del teatro (sempre in fila e in rigoroso silenzio) e con una marea di gente che non sapeva se uscire e non uscire viste le spettacolari ed impreviste apparizioni dei membri della scuola di Fripp lungo la durata del concerto.
In conclusione: finalmente un concerto differente dai soliti concerti (pareva più un saggio o qualcosa del genere), il quale ha fatto veramente assaporare al pubblico il vero aspetto dell'arte nella musica, oltre al fatto di aver spiazzato ogni aspettativa del "classico tradizionalista spettatore friulano".
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