Da sempre animato da un sentimento profondamente democratico, Robert Redford ha più volte manifestato le sue idee "sinistroidi" all'intero ambiente statunitense, diverse volte ricevendo anche critiche. Per confermare e ribadire quali sono i suoi ideali nel 2007 torna dietro la macchina da presa a distanza di sette anni da "La leggenda di Bagger Vance".

Leoni per agnelli si presenta come un film scarno dal punto di vista della trama ma portatore di innumerevoli riflessioni per quanto riguarda il suo significato. Non voglio entrare nel merito di ciò che penso io rispetto agli argomenti trattati e quindi tenterò di esporli nella concezione di Redford.

Il film si articola su tre livelli: il primo riguarda il senatore Irving (Tom Cruise) e la giornalista Janine (Meryl Streep). Il senatore sostiene le sue tesi sul perchè sia giusto continuare la guerra in Afghanistan. Il motivo principale è dimostrare la potenza bellica del paese ai suoi cittadini, ma anche convincerli che la "missione di pace" intrapresa in quel paese è giusta e motivata dall'attacco subito l'11 settembre alle Twin Towers. Inoltre espone a Janine la sua nuova tattica: mirare al controllo degli altopiani per poter riuscire a sorvegliare, o meglio ad operare, con maggiore efficienza, potendo controllare i talebani dall'alto. Dal canto suo la giornalista dopo aver appoggiato in passato le idee del senatore repubblicano comprende all'improvviso la nullità delle sue teorie, la sua parlata retorica. Non è interessato a porre fine al regime terroristico in Afghanistan, bensì pensa alle riserve di petrolio e a mostrare all'America la sua forza "immagine".

Nello stesso tempo il professor Malley (Robert Redford) convoca nel suo ufficio il giovane promettente Todd (Andrew Garfield), per avvertirlo delle conseguenze cui va incontro a causa delle sue continue assenze all'università. Il discorso prende poi una piega politica nella quale Malley vuole che il suo allievo continui un percorso didattico intrapreso da due suoi ex studenti che hanno deciso di arruolarsi proprio per l'Afghanistan.

Il terzo livello sul quale si dipana Leoni per agnelli è proprio quello del fronte afghano, meno presente però rispetto agli altri due. Quì troviamo due giovani, Ernest ed Arian che attuando ciò che il senatore Irving ha pensato per vincere la guerra, andranno incontro alla loro fine.

Questi tre livelli narrativi vanno di pari passo all'interno del film, con continui salti da una parte all'altra. Il discorso principale che vuole far risaltare Redford è quello legato all'utilità della guerra in Afghanistan, il perchè ci si arruoli per un conflitto. Si nota fin dall'inizio la volontà del regista: quella di mettere in primo piano la speranza che egli nutre nei confronti delle giovani generazioni, nell'educazione, piuttosto che in alcuni organi di stampa, pronti a "rivoltarsi" quando ormai è già troppo tardi.

Le scene di guerra hanno importanza minima rispetto alle altre, se non quella finale, che suona come un atto di accusa contro la politica militare di Bush (film del 2007). Probabilmente Redford è un po' fuori luogo nella politica americana di oggi. Crede nelle parole degli uomini, nei loro sentimenti. Pensa ancora che attraverso il buon senso e le parole stesse il mondo possa cambiare...

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