Prologo:
Derive & Lucidità camminano sulla lama del dormiveglia che sbuccia la coscienza della mia mente.

Sirene del sogno & Baccanti del quotidiano si disputano il tempo della mia carne.

Incantesimi & Logaritmi elevano ed estraggono le immagini latenti della mia memoria.

Trances aprono porte & Drones chiudono cerchi.

Trances” (disc 1):
In una grotta cadono delle gocce, una dopo l’altra, lente, indifferenti. Attorno ad un ipnotico frinire elettronico, si adagiano spettrali onde sonore che offuscano lo sguardo mentre un dimesso pianoforte sintetico accenna piccole danze primordiali che sanciscono il rinnovarsi del mondo; riti dimenticati che si macerano in soli morenti.

Là fuori, mugghia la voce del bosco. Gutturali riverberi scuotono la fiamma di scintillanti stelle d’argento che rischiarano la volta della scura cattedrale celeste come ceri funerari. La mente è una pagina bianca che torbidi sintetizzatori riempiono di enigmatici salmi panteisti… E’ la fine di quale inizio? L’aria è gelida, il sangue è caldo e la risatina crudele della luna si fa beffe della goffaggine dei miei passi.

E’ l’inizio della fine. Una pioggerellina sottile leviga accordi pastosi che divorano dolcemente il midollo del Tempo, molli cartilagini dove le fredde geometrie del Brian Eno più formale sono pazientemente scongelate da tiepide timbriche soffuse in cui aleggia l’aroma di incensi antichi.

&

Drones” (disc 2):
Sulla riva del mare il flusso e riflusso dell’onda dona preziosi relitti elettronici, litanie organiche vengono tracciate e cancellate sulla sabbia da lenti droni salmastri. Tracciate e cancellate senza sosta in una spuma eterna di toni acuti e toni gravi.

…E’ l’inizio di quale fine? Una fuliggine minacciosa ricopre le pareti del pensiero; nessuna luce, nessuno spiraglio. Grigie onde si sollevano dal fondo dei ricordi e travolgono tutto ciò che sono diventato in una muta agonia di occhi sbarrati.

E’ la fine dell’inizio. Posso finalmente liberarmi dalle mie vestigia umane e fluttuare negli echi elettronici di Rich, nel suo Pantheon di misteriosi droni pagani dove la purezza mistica di Steve Roach viene filtrata da densi algoritmi terrestri e restituita a misura d’uomo.

Epilogo:
Voglio liquefarmi e scorrere negli interstizi delle cose, voglio lambire senza mai toccare gremite e variopinte folle e voglio vivere nei raccordi, nei crocicchi e negli anelli di congiunzione.

Voglio vivere nell’impossibile “&” che annoda e separa le Derive alla Lucidità, le Sirene alle Baccanti, gli Incantesimi ai Logaritmi, le Trances ai Drones.

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