Era il 1835 quando Robert Schumann, guidato dall' amore, compone per Friederich Wieck, donna da lui tanto amata. Un giovane Schumann si siede quindi al pianoforte ed insegue un idea, un immagine, un emozione. Un disperato tentativo di mettere in musica cio che il suo animo, simile ad un mare in tempesta, gli dettava. Il tutto attraverso il burlesco mondo del Carnevale, in un susseguirsi di volti mascherati Mi piace pensare ad uno sfondo colorato ed all'immagine di un ragazzo dalla mente geniale e instabile sedersi al pianoforte, e da quest ultimo concretarsi in forme sbiadite le proiezioni del suo stato d'animo, magari sotto la forma di magnificenze della natura, come una tempesta distruttiva alternata ad un calmo pomeriggio di Aprile. Una proiezione, esatto, poichè i veloci cambiamenti di ritmo di Carnival non sono altro che i turbamenti di una mente tanto geniale quanto dedita a una follia giudicata dai suoi contemporanei malata, giudicata da me oggi fonte di un talento compositivo con pochi eguali.
Ma sempre di Carnevale parliamo. Robert Schumann uno dopo l'altro rievoca con una maestria sonora impeccabili alternandoli tra di loro grandi maschere della festa (Arlecchino, Pierrot, Colombina) a personaggi reali, il suo contemporaneo Chopin, altro prodigio musicale, e l'orgoglio della musica Italiana, Niccolò Paganini, Sintomo di grande rispetto e grande riconoscenza verso coloro che hanno in un certo senso incanalato verso il Romanticismo il giovane Robert.
Una ventina di movimenti incastrati in circa trenta minuti in un vorticle di virtuosismo e passione, desiderio e amore, che potremmo definire come una delle massime espressioni del Romanticismo Tedesco. Un intreccio arte-vita ottocentesco dai connotati superbi.
Mai donna ebbe un regalo cosi grande.
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