Se è vero che il pianoforte è lo strumento romantico (nel significato estrinseco ed intrinseco della parola) per eccellenza, non meraviglia che abbia costituito il principale mezzo espressivo del musicista romantico per eccellenza: Robert Schumann. Egli ha espresso (per l'appunto!) in pieno la corrente culturale del diciannovesimo secolo sia nella sua biografia (un'esistenza abbastanza tormentata conclusa in un manicomio a 46 anni d'età), che nella sua produzione artistica. Essa, come quella di altri protagonisti dell'epoca in campo soprattutto letterario, si può provare a descrivere come un continuo tentativo di evasione dalla vita reale verso la conoscenza e la conquista di un' immaginaria vita superiore. Nonostante ce la si metta tutta per raggiungerla, tale tentativo è destinato a restare del tutto vano: da qui la caduta nello struggimento e nella malinconia causati dal fallimento del suddetto tentativo, e il rifugio nel ricordo di un' età dell'oro indefinita persa nelle nebbie di un passato remoto, o più semplicemente nelle rimembranze di un' età infantile trasfigurata quasi in una sorta di regno dell' Eden.

Di tale struggimento e malinconia si fa sommo interprete, in questo CD, mister Sviatoslav Richter, uno dei pilastri dell' interpretazione pianistica nel ventesimo secolo. Lo struggimento e la malinconia che si insinuano nell' orecchio dell' ascoltatore dal tema iniziale degli "Studi Sinfonici" e lo accompagnano fino alla conclusione della composizione: una composizione caratterizzata da superbe cavalcate di note e momenti di assoluto lirismo, "impetuosità Sturm und Drang e scavi introspettivi di luterana solitudine", come scrive Giorgio Pestelli nel suo splendido libro "Gli Immortali" ; il tutto secondo quel dualismo romantico esposto all' inizio e qui perfettamente sublimato. In tal senso, un simile capolavoro si può tranquillamente annoverare tra le realizzazioni più significative dell' 800 pianistico, al pari e forse più dei gemelli Studi chopiniani o trascendental-lisztiani.

Le successive "Pagine Colorate", sebbene non siano una raccolta parimenti nota, incantano ugualmente l' udente: brevi e coincise, ci prendono per mano con dolcezza e ci conducono nel mondo emotivo dell' autore, tra i fantasmi di una follia purtroppo sempre incombente e le ombre ridenti e felici di fanciulli intenti ai loro giochi innocenti. E poi l' evasione finale. . . . "Nella notte", uno dei due "Pezzi Fantastici" che chiude questa meraviglia di registrazione: ma non è una notte buia e tempestosa, bensì un luogo dell' anima dove meditare e rintemprarsi dalle fatiche della giornaliera vita quotidiana. In tal caso l' esecuzione è dal vivo, per dare il giusto lustro alla tecnica ed all' espressività assoluta di Sviatoslav Richter, interprete supremo di questa musica meravigliosa. Ed è giusto che la celebrino tutti i critici con la C maiuscola, (non come il sottoscritto!) quando a luglio si ricorderanno i 150 anni dalla scomparsa del suo compositore, autentico poeta del pianoforte che mette sempre i brividi ogni volta lo si ascolti con attenzione.

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