Nella ricetta di questo film c'erano tanti ingredienti per creare qualcosa di buono quanti ce n'erano per dar vita all'ennesima minestra riscaldata targata Disney. L'incognita principale era rappresentata dal regista esordiente Robert Stromberg, vincitore del premio oscar per la miglior scenografia prima per Avatar e l'anno dopo per Alice in Wonderland. Beh, direi che Stromberg se l'è cavata benissimo pur essendo un debuttante alla regia con una mega-produzione tra le mani. 

Il primo rischio corso dagli autori è stato distaccarsi completamente dal personaggio così come era stato raffigurato nel classico Disney "La bella addormentata nel bosco", scegliendo di riportare in questo film solo alcuni avvenimenti già raffigurati nel precedente film, rendendoli oltretutto avvenimenti chiave non in rapporto alla storia di Aurora, ma allo sviluppo della personalità e dei sentimenti di Malefica. Personalità che, a volerle cogliere, possiede mille e più sfumature, novità assoluta per un personaggio del genere in una produzione Disney degli ultimi anni, che ormai sembrava produrre ogni film con lo stesso scialacquato e monotono stampino. Malefica diviene quindi un personaggio dalle molteplici chiavi di lettura: arriva a rappresentare i due modi in cui un figlio vede la propria madre (con amore e con odio a seconda dei momenti e dell'età) e ad essere al contempo l'incarnazione sia del bene che del male, e proprio in questa transizione della sua personalità sta la forza del film. Il conflitto tra i suoi propositi di vendetta e i sentimenti per Aurora che maturano in lei col passare del tempo è la chiave di volta del film, che mascherando gli uni con gli altri per buona parte della propria durata riesce a non essere per nulla banale, regalandoci un personaggio di notevole spessore con cui peraltro è facile identificarsi sia nella rabbia che nell'amore.

Alcune scene resteranno a lungo impresse nella memoria: la disperazione di Malefica quando si risveglia priva delle ali, la sua comparsa al battesimo di Aurora per lanciare il proprio sortilegio e il suo tentativo di spezzare quest'ultimo. Merita, infine, una menzione a parte la scena del bacio: far svegliare Aurora al bacio di Filippo sarebbe stato di una banalità sconcertante (anche considerando il Filippo in questione...), ma cercare di trovare un'altra via d'uscita era una scommessa temeraria, in quanto si distaccava enormemente dalla storia che tutti conosciamo fin da bambini. Direi che meglio di così la scena in questione non poteva essere risolta. Distrutta dal peso della propria colpa e dall'inutilità del sentimento di vendetta che la folgora vedendo la principessa ancora dormiente, Malefica, piangendo, confessa ad Aurora tutti i sentimenti che ha maturato per lei nel corso degli anni e le dice di non meritarsi il suo perdono dopo quello che le ha fatto. Dopo aver detto ciò che le doveva dire la bacia sulla fronte e fa per andarsene. In quel momento si sente chiamare dalla principessa che, grazie all'amore che proprio l'artefice del suo maleficio è arrivata a provare per lei, si è svegliata. Malefica la guarda commossa mentre sorride e restano per un pò così, immerse in un'atmosfera irripetibile.                                                     Ora tutto questo sarà anche sdolcinato e melenso finché volete ma funziona. La commozione che ti prende di fronte a ciò che sta succedendo è autentica, o almeno così è stato per me. Ed è strano perché i film che in vita mia mi hanno fatto quest'effetto si possono contare sulle dita di una mano.

Alcune scene potevano giocarsele meglio: il ritorno delle ali, il drago, ecc...

Rappresentano decisamente delle cadute di stile rispetto al resto.

Gli effetti speciali sono all'avanguardia e la "Brughiera" è realizzata benissimo, come meglio non ci si poteva aspettare da chi ha scenografato Avatar.

Infine va detto che Angelina Jolie è splendida e perfettamente in parte. Questo diverrà uno di quei film in cui lo spettatore non potrà neanche provare ad immaginare un'altra attrice nel ruolo da protagonista. La sua bellezza unica, il suo sguardo magnetico e la facilità con cui passa dalla bontà alla malvagità, dall'ironia alla serietà più pura sono impressionanti. Riusciti anche molti personaggi di contorno, a cominciare da Aurora e Fosco per finire con Re Stefano. L'unica nota terrificante è il principe Filippo che sembra uno dei One Direction appena uscito da una fiera medievale... Questo ce lo potevamo decisamente risparmiare...

Insomma, pur con tutti i difetti propri del genere, è venuto fuori un bel film con una complessa e grande protagonista.

Da vedere. 

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