Dunque sembra tocchi a me, visto che nessuno finora l'ha fatto, portarvi a visitare il piccolo museo “Flotsam Jetsam”. Costruito nell'anno 1994 dagli architetti della 'Rough Trade' é costituito da venti stanze delle quali diciotto sono dedicate ciascuna ad un'opera e le altre due rispettivamente sono l'entrata e l'uscita. Le stanze sono tutte contigue, munite di due porte, una d'entrata e una per accedere alla stanza successiva, offrendo cosí un percorso lineare.

 

La struttura a corona circolare é posta in un solo piano dove si nota la completa assenza di gradini, vista dall´alto ricorda la semplice forma di una ruota.

 

Il curatore dell'esposizione si chiama Mike King, che riuscí a reperire tutti i lavori esposti, alcuni nella soffitta polverosa del nostro Robert altri presso collezionisti e collaboratori dello stesso. Mike King é autore anche di una biografia o meglio di cronache di vita di Robert tradotta in italiano col nome di “Falsi Movimenti” e pubblicata dalla Arcana.

 

Possiamo ora cominciare la nostra visita: all'entrata ci accoglie un acquerello raffigurante un paesaggio marino dove il nostro Robert sta nuotando lasciando le sue gambe indietro, a “testa” in giù, quasi volesse lasciare quel suo passato di lato per compiere un nuovo cammino.

 

Nella prima stanza ci attende una gradevole sorpresa: “Slow Walkin´Talk”, registrata nel '68, durante la tournée dei Soft Machine negli USA come spalla di Jimi Hendrix. Abbandonato dagli altri “soffici” viene soccorso da un altruista Jimi che lo accompagna col basso. Seguiamo poi in un piccolo estratto della grande “Moon in June” incisa negli stessi ambiti della precedente e dove Robert suona da solo. Nella terza stanza ci aspetta uno dei lavori ceduti per gentile concessione di Gary Windo registrato presso gli studi della BBC, dove Robert accompagna con la batteria il sax di Gary; presenti fra l'altro anche Mongezi Feza e Nick Evans.

 

E´uno dei lavori piú complessi del museo e per percorrere la stanza sono quasi dodici minuti di fiati e chitarra impazziti. Apriamo la porta sucessiva e lo troviamo ancora alla batteria questa volta con i “Matching Mole” di “No alf´Measures”, sentimentale composizione di Kevin Ayers. Rimaniamo poi nel 1972 quando nella successiva troviamo “The God Song/Fol De Rol” scritte rispettivamente con Phil Miller e Richard Sinclair ed eseguita con Francis Monkman. Percussioni e voce di Robert ci accolgono nella sesta stanza insieme al sax di Lol Coxill e la chitarra di Kevin Ayers in un atmosfera latineggiante. E andiamo poi nel 1974 dove canta una musichetta da brividi con la Dagmar Krause e gli amici “Slapp Happy”. Seguendo il nostro itinerario ci troviamo poi di nuovo in casa Windo dove Robert lascia le bacchette a Nick Mason e assume solo il microfono nel pezzo piú “rock” del museo, che se ne va´ veloce per trasportarci in uno dei lavori piú apprezzati della collezione dalla peraltro breve durata chiamato “Now´t Doin”. Nella decima troviamo “Born Again Cretin”, scovato fra gli archivi di Radiotre, trasmesso in un programma chiamato “Un certo discorso”. Siamo spiazzati poi alla successiva stanza da un lettura alquanto inusuale di “Billie´s Bounce” di Charlie Parker, e ci ritroviamo di botto nella calma della sola sua voce cantando una musica di Thelonius Monk “Locomotive” per un breve minuto e mezzo. Rapidi entriamo nella tredicesima stanza dove possiamo sederci un poco e commuoverci liberamente in un adattamento che Robert ha fatto nel '84 di una musica pop che la sua radio a onde corte gli portó in casa da Mosca.

 

Ci alziamo e varcata la porta ci troviamo di fronte una TV dove sta passando un documentario della TV3 spagnola con sottofondo ambient, ma ci stanchiamo subito e continuando il percorso incontriamo una discreta “Tu Traicion” cantata in Spagnolo per un gruppo sconosciuto, “Claustrophobia”. Poi ancora un poco di documentario, forse i titoli di coda, per entrare nella penultima stanza dove ci aspettano i “The Happy End” e Robert che ci diletta con il suo canto circondato da piacevoli fiati, niente male. E giungiamo cosí nell'ultima che ci avvolge di allegria e speranza per un mondo migliore, “The Wind Of Changes”.

 

Ci troviamo cosí felicemente insieme all'uscita, dove c´é un pc acceso per chi non fosse ancora soddisfatto e vorrebbe saperne qualcosa di piú: www.disco-robertwyatt.com, humm... bello, c'é un intervista con Robert di quello stesso anno e la trascrizione di un programma alla radio che ha condotto qua in Italia, aspettatemi che lo leggo poi magari ci facciamo una birretta.

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