Riproporsi nuovamente, un ritornare alla A, dopo aver intrapreso strade tortuose che ti hanno macchiato la pelle. Strade difficili da cancellare.
Risveglio.
Angelini ha stoffa. E tanta. Musicista eclettico, grande sperimentatore, pubblica questo EP nel 2004, l'anno successivo al tormentone "GattoMatto" e a tutte le sue (il)logiche conseguenze, sorte come d'incanto a rompere quanto di buono il cantautore romano aveva proposto nel meraviglioso disco d'esordio Il Sig. Domani.
"RiproPongo" è stato forse il progetto maggiormente caro ad Angelini. Voleva tornare in se stesso. Depurarsi da tanta plastica. Tornare al legno.
Al legno degli artigiani, del suono, al legno che scalda e che sa di Jazz, sua antica, seppur latente a prima vista, passione.
Un disco suonato senza vincoli, senza preoccupazioni (soprattutto quelle relative alle vendite commerciali), pieno di voglia di rimettersi subito in gioco, dopo una breve ma decisiva sbandata; costola di Angelini, ma con un abito tutt' altro che scuro da messa.
E quattro brani bastano per ripartire. Rifarsi quasi una carriera, convincere gli altri, e ancor prima te stesso, che sei molto di più di un tormentone, che non sei un prodotto, che vali anche se, che in fondo non è stato niente.
"RiproPongo" è il progetto maggiormente caro a me di Angelini. Amo questo senso di ripartenza, di rialzarsi dopo una caduta, di risveglio dopo il buio, di ritorno all'inizio pur aver perso l'iniziale ingenuità, e lo sai; ma tornare, comunque. Opere così salvano.
C'è tanto. Ci soni i primi spiragli di Drake, che porteranno l'artista romano alla pubblicazione di "PongMoon", c'è il Pongo della splendida copertina (creata dallo stesso cantautore, bravissimo modellatore di plastilina), a mostrare la fragilità, mista a miravigliosi colori, di un artista raro come lui.
C'è il finale di "Un portiere di Notte". Meraviglia. E "12 Anni", riproposta, riarrangiata, con splendide chitarre elettriche ad impreziosirla ancor più, se possibile. "Gocce di Pioggia" e "Non fingere" l'altra metà del disco, la metà a cui tengo maggiormente. Rappresentano in pieno l'arte di Roberto, piena di sensibilità, di voci sussurrate, di parole pagate, di armonia in serenità e di errori commessi, grandi o piccoli, che lo rendono ancora più artista.
E c'è Angelini.
Un artista che è pieno di musica e sangue.
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