Cercare di lanciare un messaggio antipopolare senza essere fraintesi. L'obiettivo di Roberto Giacobbo nel libro "2012: la fine del mondo?" pone da subito una condizione di riflessione. In un titolo cosi sconvolgente e cosi alienante, ciò che deve far riflettere è proprio quel punto interrogativo alla fine della frase, che rende ignoto, incognita, ciò che già è oscuro e misterioso. I temi che vengono trattati sono tanti, troppi per essere descritti perfino in una semplice recesione, dalle 'profezie' Maya a quelle di San Malachia, con un occhio alle presenti teorie catastrofiste e un altro al misticismo potenzialmente scatenato per esempio, da tenebrosi teschi di cristallo presumibilmente di origine sconosciuta.

Non vorrò porre dei limiti, dei giudizi a questo libro, non vorrò condizionare chi non ha letto o chi l'ha già fatto, sicuramente Giacobbo sa di saper scrivere per tutti e sa di poter contare su una figura auto-creatasi che lo pone quasi come bocca della verità al pubblico italiano medio in merito al mondo che oserei generalizzare come quello del misticismo e dell'occultismo (se si prendono anche in considerazione altre opere come il best-seller sui Templari, gli aggettivi sono azzeccati).

Per tastare davvero il senso del libro, bisogna intraprendere questo viaggio (un pò breve, circa 200 pagine) senza pregiudizi e con la sola voglia di saziare la propria curiosità, una curiosità che è la nostra stessa coscienza che alimenta tramite domande e quesiti sui più vari temi trattabili correlati ad un ipotetica 'fine', dal perchè vi sia una cosi pesante ostinazione nel credere ad un popolo che anteponeva lo studio dell'astronomia e della matematica ad un reale sviluppo progressista e sociale (tanti i sacrifici umani in onore di presunti Dei del cosmo), al perchè un'inversione dei poli magnetici che è già in atto, possa essere fondamentale come crocevia per un cambiamento astrofisico, geofisico e addirittura spirituale.


Forse perchè l'uomo ha da sempre cercato, o meglio sperato, in un cambiamento positivo, che ci ponesse su una nuova, sconosciuta e quindi affascinante dimensione. Poco importa quindi della misteriosa lastra di Palenque, del perchè il corpo della Sfinge sia eroso dall'azione di copiose piogge (in Egitto?) mentre la testa no, e a ruota l'esistenza del pianeta X, delle piramidi, i viaggi nel tempo e Nostradamus ( si, lui non manca mai ). Ciò che un semplice libro scritto con un linguaggio quasi elementare riesce a catturare in una sola lettura è tutto 'l'odore del vuoto' dello sconosiuto e del potenzialmente apocalittico, potenzialmente perchè a dirla tutta, i Maya non parlarono di meteoriti o di esplosioni di vulcani vari, sono le teorie catastrofiste moderne che accecano la frenetica società di oggi sfruttando, a parere personale, la cosidetta 'teoria della confusione', porre diverse possibilità più o meno probabili non fa altro che spegnere l'interesse da un tema oggettivamente serio e da prendere in considerazione, cercando di allontanare quanto più possibile la verità.

Giacobbo pone innanzitutto l'obiettività di dover essere si a conoscenza delle ipotesi e dei messaggi del tempo, ma cercando di lasciare la più libera interpretazione al lettore, senza chiudersi in teorie più o meno improbabili e folli. " 2012: la fine del mondo? ", come detto dall'autore questo libro il 22 dicembre 2012 non servirà più, cosi come non servirà neppure la lettura di questa semplice recensione. Nel frattempo continuo ad assopire il primo omonimo disco dei ' 30 Seconds To Mars ', tanto per essere inerenti al tema trattato.

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