Prima delle serie tv è arrivato lui, nel 2006 con “Gomorra” e poi nel 2013 con “ZeroZeroZero”. Oggi quello del narcotraffico è sicuramente uno dei topic più in voga tra i produttori di serie tv, ed è sulla scia di questo successo che propongo una recensione del romanzo “ZeroZeroZero” di Saviano.

Nomi, nomi di persone, nomi di città, nomi di cartelli, nomi di operazioni segrete e poi numeri, chili di cocaina, milioni di dollari e migliaia di morti. Se mi si chiedesse di riassumere il romanzo “Zerozerozero” in due parole direi senza ombra di dubbio: “nomi e numeri”. Questa affermazione non va a sminuire l’ambizioso progetto di Saviano di condensare in 450 pagine la storia del traffico mondiale di cocaina. Si parla della violenza dei cartelli messicani, delle guerriglie in Colombia, del dominio incontrastato della ‘Ndrangheta nel narcotraffico mondiale, delle operazioni della DEA per proteggere gli Stati Uniti dall’invasione della polvere bianca, della potenza (forse poco nota) della mafia russa, delle narco-rotte nell’oceano Atlantico e dell’importanza strategica dei porti africani, degli effetti dell’uso della sostanza e come essa sia oggigiorno motore e forza vitale della società occidentale. Si parla di questo e di molto altro in “Zerozerozero”, e nel farlo Saviano adotta la strategia del racconto, come se si trovasse di fronte ad una classe vogliosa di conoscere tutto e subito sul traffico di coca, e lo fa travolgendo il lettore con una serie infinita di nozioni, dati, nomi e numeri. Alla fine della lettura l’effetto è quello di essere stati appena colpiti da un gancio in pieno volto che ti lascia tramortito per qualche istante, solo quando riprendi coscenza allora inizi a ripensare a quello che hai letto, alle infinte trame e incastri, alle migliaia di persone coinvolte in questo giro d’affari e soprattutto alla devastazione sociale, polita ed economica che ogni giorno questa piaga reca alla nostra società.

“Zerozerozero” è un romanzo d’inchiesta in cui l’autore ti dà la possibilità di sbirciare dentro al mondo del narcotraffico, e nel farlo ti apre direttamente la porta principale senza nasconderti niente. È un libro che ti fa riflettere, che ti sconvolge, che ti turba e che rischia di farti precipitare in un vortice da cui non si può uscire, in una sorta di tossico-dipendenza. Dentro questo vortice forse ti troverai ad avere una visione completamente diversa delle cose, delle persone, del mondo e tutto ti sembrerà implicato in modo più o meno diretto al narcotraffico, perfino il fattorino delle pizze che fra poco suonerà al tuo campanello, ma forse lui lo è veramente.

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