Leggendo qualche intervista fatta al fotogenico Thicke ho letto particolari riferimenti al suo eclettismo musicale: lui, come le persone che lo hanno intervistato, descrive con entusiasmo la sua passione per la musica. Passione che ha influenzato e riflesso nelle sue composizioni una variegata formula di generi come il jazz, il funk, il soul, il rock, l'ArEnBi e chi più ne ha più ne metta.

Quello che ho potuto constatare nella seconda pubblicazione di un album già uscito nel 2002 sotto la NuAmerica, con il titolo Blue Eye Cherry, è che effettivamente, nel suo lavoro, i generi sopra citati potrebbero esser presenti. Ma più che di miscuglio/formula (che rimanda a qualcosa di chimico-scientifico, qualcosa di ben controllato insomma) parlerei più di gran minestrone.

Beautiful World è proprio un album senza capo né coda, che altro non rispecchia se non la confusione di un autore deciso a smettere di scrivere solo per altri, per rivendicare il suo lavoro e uscire dal buco dove continuava a vivere insofferente.

Questa sua emancipazione precoce però lo ha fatto inciampare ben due volte: la prima quando ha deciso che doveva riproporre il suo primo album con due nuove canzoni, la seconda quando lo ha riproposto.

Il suo stile rispecchia solo quello degli artisti per cui scrive (Brian McKnigh, Marc Anthony, Christina Aguilera), forse con più gusto..ma con troppa ingenuità. La sensazione di gran minestrone raggiunge il suo catastrofico apice papposo nella beatlesiana "Make a Baby", la cui citazione serve solo come informazione utile ad evitarne l'ascolto. Nonostante questa severa sculacciata al bel ragazzo son pronto a prendere posizione in difesa dei rari momenti salvabili di Beautiful World. Lo ammetto, "When I get You Alone" mi è sempre piaciuta fin dal primo momento. La trovo fresca, melodica, intelligente. È una bella canzone, divertente e ben cantata: un appassionato come me di Stevie Wonder non poteva che rivedere in lui una luce di speranza, poi ovviamente sfumata.

Robin Thicke ha delle qualità, e le si nota anche in "Brand New Jones", che con il suo ritmo soul-funkeggiato è davvero travogente (anche qui la passione per Wonder si fa davvero sentire. Ascoltare per credere). Ultima nota positiva dell'album: "Stupid Things". Canzone che mi ha particolarmente colpito e affascinato durante il Coke live di Catania (non le avevo dato troppa attenzione prima di quel concerto). Avrei potuto salvare pure "Oh Shooter", la open track, ma nonostante abbia un buon sound non è riuscita a conquistarmi come le tre sopra citate. E' qui che concludo, con la speranza che Thicke riesca veramente a sfruttare le qualità che secondo me possiede.

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