"Mia moglie è seduta lì, e io sto preparando del caffè per due...

...ma torno dentro portando caffè per tre.

CAFFE' PER TRE...???"

Il terzo incomodo, che poi tanto incomodo alla fine non è. Ovvero: la moglie morta di Robyn Hitchcock. Anche lei è lì, pure se nessuno la può vedere (tranne lui). Anche lei in casa, pure se nessuno può sentirla parlare (tranne lui). Perché parla, si, sarà un fantasma ma eccome se parla, e gli dice anche: "Robyn, LO SAI che io non ci metto lo zucchero...". E' la più surreale e grottesca delle situazioni, o almeno per chiunque lo sarebbe, ma il Nostro non è che si scomponga più di tanto... Solo un dubbio sopraggiunge, alla fine: "Non riesco a decidere quale delle due cose amo di più: carne e sangue caldo... o il pallore di un fantasma che sorride?". Bel dilemma.

L'Hithcock di "fegMANIA!" è un equilibrio costante e delicatissimo fra realtà e visione, lucido racconto del sogno e abbandono totale al delirio, favola e incubo. Riscoprire pezzi come "My Wife & My Dead Wife" è molto più di un puro ascolto, è piuttosto riaprire un baule dimenticato in soffitta tra le ragnatele e lasciarne fuoriuscire un magico mondo di creature fantastiche e impressioni neo-psichedeliche: sogni colorati e macabre allucinazioni, fiori e fragole che si sovrappongono ad apparizioni di insetti e sconcertanti esseri antropomorfi, mostri di una psiche abnorme e perennemente gravida. E' forse superfluo dire che il Personaggio in questione è l'erede più vero e diretto del Syd Barrett che vedeva cose misteriose nei gatti ("Lucifer Sam") o raccontava storie di fiabeschi omini di nome Grimble Gromble ("The Gnome")...? Forse si, per chi su queste note ha trascorso DISCRETO (...) tempo. Ma non fa mai male ripeterlo, questo è sicuro...

L'uomo che solo poco tempo prima "sognava di treni" arrivò a riempire i suoi sogni di fantasie non facili a descriversi, e a raccontarle in musica e parole con una perfezione e un Genio che collocano questo Album ai vertici assoluti degli anni '80 - almeno di quelli che MAI potranno essere dimenticati... La vecchia anima ritmica dei Soft Boys (Andy Metcalfe e Morris Windsor) fu della partita, in quello che è il primo capitolo-Egyptians e soprattutto la prova meravigliosa di cosa si può essere capaci ascoltando la sola voce della mente e trasformandola in Arte. Qui dentro c'è davvero tutto Hitchcock, tutta la sua formazione musicale, tutta la sua immaginazione vorace, tutto il suo IO... 

...e a proposito di background musicale: provate a pensare quanto Roger McGuinn c'è in "Another Bubble". Tanto, ma tanto che non si potrebbe esprimerlo in percentuale. E' lui, inconfondibile, il "jingle-jangle" che non tradisce e che ha fatto proseliti fra generazioni di autori e musicisti, e che in quegli stessi anni i ragazzi del Paisley - non molto diversamente - sposavano con i battiti del post-punk. E pensate quanta California (appunto) c'è dentro "I'm Only You": dal canto mio, specie nella seconda parte (quando la canzone si trasforma in improvvisazione e tutto sfocia in un oceano di raga visionario), ho sempre creduto nel miraggio - inebriante - che quella altro non fosse che la mai realizzata prosecuzione di "The End", e che Robyn avesse ripreso a suonare proprio là dove Robbie Krieger aveva lasciato. E più passano gli anni e più la ascolto, più ci credo...

...ma quando si ha a che fare con un Disco che comprende anche "Egyptian Cream" bisogna star bene attenti a parlare di MIRAGGI - e di quell'apertura, non saprei mai dire se a folgorarmi è più quella chitarra che si arrampica verso evoluzioni pazzesche, o quel testo (meno pazzesco?) che parla di una donna al cui solo cenno migliaia di DITA si sollevano come piante dalla sabbia del deserto. E il mantra ossessivo di "Goodnight I Say", che irrompe come una valanga su una visione distorta in cui Robyn nuota in fondo al mare fra voci che lo chiamano...? E le atmosfere di "Glass"...? Come poter esprimere il tutto meglio di quanto già non riescano i suoni?

Lewis Carroll sarebbe stato fiero di questo Disco. Forse lo avrebbe scelto come fonte d'ispirazione. Perché nemmeno a lui s'è ACCESA (!) nella mente l'idea di un uomo con una lampadina al posto della testa ("The Man with the Lightbulb Head", un'altra delle creazioni uscite direttamente dal laboratorio-Hitchcock). In tema di ENTOMOLOGIA, si segnalano invece "Insect Mother" e il Capolavoro "The Fly" (mai sbatter d'ali di una mosca fu più sferragliante e metallico dell'inenarrabile chitarra che lo rappresenta...). 

Se poi si tratta di comporre sublimi invenzioni Pop, beh, neanche in quel caso Robyn manca all'appello: la pianola di "Strawberry Mind" e la sua chitarra, la melodia perfetta di "Heaven"... Servirebbero altre conferme?

...e quando tutto sembra finito (ma i dischi non sono mai finiti finché DAVVERO non lo sono): una baraonda impazzita di strumenti incontrollati. L'equilibrio si è spezzato, il caos ritorna a regnare sovrano - in attesa di nuovi squarci, nuove visioni...

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