I Rocket From The Tombs si formano attorno al 1974, a Cleveland, Ohio per volontà di Peter Laughner e David Thomas. Il primo, che diverrà amico intimo di Lester Bangs, suona la chitarra ispirandosi ai suoi idoli, quali Tom Verlaine (Heartbreakers, Television) e Lou Reed. David Thomas dalla voce quasi singhiozzante, a volte querula, a volte quasi isterica, diventerà famoso poi alla guida dei Pere Ubu. Mettendo su Rocket Redux, album più o meno ufficiale degli RFTT (Rocket From The Tombs), non si viene colpiti in maniera tanto brusca come se, per esempio, aveste messo su " White Light/ White Heat" dei Velvet Underground o "Fun House" degli Stooges. Sembra un normale disco di musica garage, anche magari un po' troppo definito nei suoni per essere considerato tale. Ogni traccia però, se ascoltata con la dovuta attenzione, rivela, a parer mio, il perchè il punk americano sia così diverso dal punk inglese: proprio per la esistenza negli U.S.A dei Rocket From The Tombs. Sin da "Frustration", pezzo ad alta tensione concentrato su un testo praticamente inesistente, si sentono gli echi selvaggi alla Neil Young, radicati nel territorio e non solo un miscuglio disturbato e disturbante di riferimenti (e scopiazzature) ai Velvet e agli Stooges. La tracklist continua con "So Cold", che a tratti sembra proprio un improbabile unione tra "Open Up And Bleed" e "Purple Haze" e che contiene un testo ossessivo, ripetitivo e cantanto in un modo straziante. Finita questa canzone ecco che arriva "What Love Is" e che probabilmente molto deve agli Zeppelin anche se è concettualmente molto distante al loro modo di fare. Segue l'epocale "Ain't It Fun", che sarebbe l'ideale se un giorno doveste fare una compilation chiamata "Music For Failed Suicide", con le immortali liriche "I've Broken The Window Pan with My Fist Right Thru The Glass, But I Didn't Even Feel It Because It Happens To Fast". Sarà ripresa anche dai Guns N' Roses per il loro stupido album "Spaghetti Incident" (dal titolo si capisce che nemmeno loro sapevano di poter fare una schifezza tale), e verrà rovinata come "Raw Power" e tante altre, e addirittura sarà accreditata ai Dead Boys (che invece la coverizzarono nel 1978). Dopo "Ain't If Fun" è l'ora della decisamente anonima "Muckraker", che scade un po' nella banalità del classico rock and roll alla Stones. La sucessiva "30 Seconds Over Tokyo" altro non è che una "Strange Days" rallentata e più chitarristica, ma non per questo è meno apprezzabile: Allucinata e sconvolgente, ma anche molto gustosa, è il punto culminante dell'album. Dopo l'esplosione finale (o il collasso) di "30 Seconds" ecco che comincia tranquilla "Sonic Reducer" che ha un aria incazzosa che non verrà più ripresa se non con "Bombtrack" dei Rage Against The Machine (gruppo che non amo particolarmente, ma che ha una forte carica nervosa). "Never Gonna Kill Myself Again" è un'altra carina e autoironica canzone sull'autodistruzione, che è piacevole da ascoltare anche se non sai cosa vuol dire (anzi forse è più piacevole).
Il resto dell'album è leggermente in discesa, soprattutto in quanto ad idee: "Ampethamine" ricalca molto la struttura di "Heroin" dei VU, anche se non riesce a superarla in quanto a liriche o resa finale; "Down In Flames" è semplicemente insopportabile dopo essersi ascoltati il resto del disco, è come dire, troppo. Non stiamo parlando della "Sister Ray" o di "L.A. Blues", ma semplicemente dell'ennesima canzone banaluccia e senza troppo da dire, quali potevano essere già le precedenti "Muckraker" o "Never Gonna Kill Myself Again".
Sul finale ci si riprende un po', in parte grazie a "Final Solution", che sarà ripresa anche da Peter Murphy (leader dei Bauhaus), durante la sua carriera solista; ma soprattutto per la carica autodistruttiva che ha "Life Stinks" e per il ritornello ossessivo e a tratti invadente: "Life Stinks, I Can't Think, I Need A Drink".
Un album molto denso, certo, questo "Rocket Redux". Forse è troppo chiedere all'ascoltatore di sorbirselo tutto in una volta, anche perchè, forse, non ne vale la pena. Ha comunque sicuramente un importanza storica, è il netto passaggio tra garage rock a punk rock, ed il motivo perchè un gruppo come Richard Hell & The Voidoids sono nati negli States e non nel Regno Unito.
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