La prima volta quasi non riuscii a crederci.
Mi trovavo fuori dalla porta del mio nascondiglio, pronto per iniziare una nuova vita. Ero elettrizzato. La città era fuori da quel vicolo buio eppur rassicurante, mi proteggeva da quella città spaventosa e sconosciuta, ma non persi tempo e mi misi in cammino. Per terra trovai una mazza da baseball, la presi e cominciai a sferrare qualche colpo in aria per divertimento. Ero sul marciapiede e mentre colpivo palline invisibili per fuoricampo immaginari ecco che percepii un suono sordo. STUD!
Era il cranio di una vecchina di passaggio, teneva fra le mani delle buste con la spesa. Quasi senza accorgermene fui preso da un attacco di gerontofobia, e sul corpo ancora stordito dell'anziana signora la mia mazza si abbatté impietosa più d'una volta. Quel pezzo di legno rimbalzava su quel torace che sembrava fatto di gomma. Era una scena terribile: truculenta ed eccitante a un tempo. Un colpo, un altro e un altro ancora. sCcrRriC.
A un certo punto, dalle sue tasche uscirono delle banconote. Misi un freno alla mia foga e raccolsi i verdoni e mentre stavo per contarli vidi una pozzanghera di sangue espandersi sotto la vecchia adagiata sul lastricato. La calpestai e il sangue macchiò le mie suole. Compresi: era morta. Un vile omicidio per soli 10 dollari. Era l'inizio della mia nuova vita e già mi ero macchiato d'infamia, ero corrotto, destinato ad andare a fondo per poi cominciare a scavare. Ero un fottuto criminale.
Capii in un solo istante che avrei potuto provare ad essere anche buono ma che sarei sempre tornato a razziare, a uccidere e a far soffrire per il semplice gusto di farlo, perché era gustoso farlo – eccome se lo era. Per questo non persi tempo in ulteriori meditazioni e avanzai verso l'immensa skyline di quella magnifica città che già sentivo mia. Scesi in strada e rubai la mia prima automobile.
Avevo solo 12 anni.
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