Dopo un esordio a dir poco brillante (Melody A.M.) e un seguito altrettanto scoppiettante (The Understanding), i norvegesi Röyksopp hanno voluto riassumere - per dirla così, le due "facce" musicali del binomio iniziale, perlopiù espandendole e arricchendole con la doverosa maestria dei professori dell'elettronica scandinava. Da ciò è scaturita l'attuale ultima doppietta del duo, Junior e Senior, vincolati fra di loro in un legame creativo, cronologico e quasi evocanti i ruoli "spensierato" e "impegnato" suggeriti dalle rispettive intitolazioni. Se Senior rappresenta il lato maturo, introspettivo, severo, ostico ed elaborato, la controparte Junior rispecchia una sorta di volontà di "gioco" allegro e spensierato con i synth e con il contesto danzereccio in generale: da un lato vi si insinua un tour-de-force di brani strumentali, sperduti nell'oceano chill-ambient, fruscii e suoni della natura inscatolata nell'artificio creativo, dall'altro si fa strada una cospicua scaletta di produzioni elettropop vocali molto più easy, ballabili, commerciali (ma non plasticose, insipide e standardizzate), specchio della voglia di riscoprire il fiore del synthpop e degli illustri maestri-leggende dagli albori più reconditi.

Junior, uscito nel 2009, esplora - come già sottolineato - il lato poppish, caciarone, frivolo, festaiolo e gioviale della Premiata Ditta Röyksopp (a differenza delle atmosfere onirico-spettrali del difficile Senior, proposto l'anno successivo), puntuale peraltro con l'esplosione del fenomeno elettronico di massa e delle varie brillantinate e maledettamente retrò Lady Gaga & company. A partire dall'iconica The Girl And The Robot (rilasciata come secondo singolo e con la collaborazione della collega svedese Robyn), il meglio corollario di tutto quello che gli Ottanta fluo&multicolor hanno offerto - e continuano ad offrire - l'album è un vero e proprio tuffo nel passato, la riscoperta della genuinità del magnifico decennio e dei suoi rappresentanti, il viaggio nel tempo plasmato nel vintage più vintage che si può.

Pur mancando del complesso avanguardismo di Melody A.M. e della completa dialettica fra tracce vocali e brani strumentali in The Understanding, Junior assurge comunque a doverosa evoluzione di tale percorso artistico e creativo, degna prosecuzione (o diforcazione, semmai) della genuina "svolta" filo-poppish intrapresa in alcuni momenti del post-debutto. Assieme alla già citata perla The Girl And The Robot, il disco regala ulteriori momenti di sano piacere retrò, fra i quali spiccano la funkissima Happy Up Here, una semi-ricordanza delle tonalità trip-hop già patrimonio dei duo, le digressioni techno-robotiche di Vision One e la disco-innocenza trapelata da Miss It So Much. Curiosa è poi la pseudo-sigla instrumental agli Ottanta Tricky Tricky, allineata alla Pet-Shop-Boys inspired This Must Be It, i residui ambient-chill out in Silver Cruiser, la sbarazzina electro-glitch True To Life e la ballata synth You Don't Have A Clue.

Piacevole, dolce, semplice, fresco e spensierato, Junior svela il lato "easy" e meno impegnato e virtusistico dei Röyksopp, un esame pop-revival superato a voti alti, prova provata che buttarsi nel connubio danzereccio-elettronico non sempre equivale al pattume, allo stravolgimento sonoro e all'accozzaglia di bassi odierna. Che i Röyksopp debbano impartire lezioni ai loro scanzonati colleghi DJ, con fin troppa dimestichezza con le classifiche e la faciloneria di massa?

Röyksopp, Junior

Happy Up Here - The Girl And The Robot - Vision One - This Must Be It - Röyksopp Forever - Miss It So Much - Tricky Tricky - You Don't Have A Clue - Silver Cruiser - True To Life - It's What I Want 

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