Che Roger Taylor sia un grandissimo pasticcione, nel senso buono del termine, lo si capisce ascoltando tutte le canzoni che ha scritto per la sua band. Dal rock'n'roll all'elettronica non si è fatto mai mancare nulla contribuendo spesso, con brani di assoluto valore come la splendida "Drowse", alla discografia dei Queen. Le sue composizioni  sono sempre abbastanza interessanti, marcate da una voglia di sperimentare nuove sonorità che merita il plauso più sincero, mai banali o scontate, tolte forse le stupidotte "Radio Ga Ga" e "A Kind Of Magic".

"Strange Frontier" è il secondo Lp solista pubblicato nel 1984, qualche mese dopo le pochezze volutamente commerciali di "The Works" eseguite con i compagni. Disco che merita di essere ascoltato; un lavoro eclettico con molti limiti ma che si dimostra decisamente migliore di qualsiasi cosa fatta dai Queen fino a quel momento a partire dal 1980. Taylor se lo suona quasi tutto da solo, lo aiutano Rick Parfitt degli Status Quo alla chitarra e John Deacon al basso. Viene così confezionato un disco dalle tinte tipiche degli anni '80, ma in positivo senza strafare con synt e batterie sintetiche come nel potente singolo di lancio "Man On Fire" o nella bellissima title track, canzone grintosa che si apre con una atmosfera rarefatta che anticipa l'accelerazione finale in cui Roger tira fuori tutta la sua strepitosa voce. "Killing Time" è il brano più curioso, elettronica e orchestrazione per una canzone riuscitissima, "Beatiful Dreams" invece è il momento soffuso che rimanda ai Velvet Underground più ispirati. Due cover, "Master Of Wars" di Dylan e "Racing In The Streets" di Springsteen arricchisco il disco che ha nell'equilibrio tra suoni acustici, elettronici ben calibrati la sua forza, inoltre la voce di Taylor dimostra di adattarsi molto bene a qualsiasi tipo di interpretazioni, anche se il rock'n'roll più puro rimane il suo punto di forza.

Con questo Lp Roger Taylor mostra di avere trovato una sua possibile strada lontano dai Queen, infatti il resto della carriera lo vedrà autore di progetti paralleli e altri lavori solistici che non avranno un grande impatto commerciale ma almeno aggiungeranno qualche nota di merito in più alla sua carriera.  

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